Berlino potrebbe prendersi la responsabilità di cacciare la Grecia dall'euro


di Augusto Rubei, MicroMega

Il dato politico del referendum greco non è stato l’esito, piuttosto scontato anche se i bookmakers nel week end pronosticavano il “sì” con ampio vantaggio, bensì la forma. Quasi rivoluzionaria. Per la prima volta nei 15 anni di storia dell’Eurozona uno dei Paesi dell’area valutaria si è espresso contro le decisioni prese da Bruxelles, gettando il guanto di sfida.
Disonorando l’impegno, così come accaduto col Fondo monetario internazionale (con una cifra ancora più bassa di 1,56 miliardi), dalla procedura di default selettivo si passerà ad un default strutturale. In tal caso la Bce non potrà più considerare le banche elleniche solventi e la liquidità ribadita lo scorso 15 luglio all’Europarlamento dallo stesso Mario Draghi rischierebbe di essere congelata. In questo modo il sistema creditizio ellenico andrebbe al collasso, con pesanti conseguenze sul tessuto economico del Paese.
E’ tuttavia difficile credere che la Bce non possa adottare misure straordinarie. Diversi analisti supponevano che avrebbe chiuso i rubinetti già in caso di mancato pagamento della rata del Fondo, ma poi non lo ha fatto. Non ci sono criteri specifici o regole definite per la concessione di nuova liquidità e questo potrebbe concedere dei margini di manovra al board che farà di tutto affinché non sia una scelta della Bce a far precipitare la situazione. Si tratterebbe di uno sviluppo insperato, fanno sapere da Francoforte, considerando che oltre alla gestione tecnica della crisi greca a Draghi toccherebbe anche contenere l’eventuale reazione dei mercati.
Questo ipotetico scenario apre una via di uscita importante per Tsipras, almeno sul piano politico. Perché se è vero che il 20 luglio si deciderà il futuro della Grecia, è anche vero che tutti gli sviluppi porterebbero ad un ammorbidimento della linea, con una Merkel in preda all'isteria. A quel punto, seguendo il principio secondo cui se hai un debito di 10 mila euro hai un problema ma se il debito è di oltre 100 mila euro il problema è dei tuoi creditori, è possibile che Berlino decida di farla finita una volta per tutte, valutando che la possibile fuoriuscita della Grecia potrebbe essere il caro prezzo da pagare per restare capofila in una Ue costruita su misura per i propri interessi.
Dal canto suo, il leader di Syriza sarà però riuscito ad ottenere il massimo da questo tira e molla: se proprio non possiamo farcela, meglio farsi cacciare dall’Ue, magari responsabilizzando Berlino dello smantellamento del progetto europeista. Un colpo durissimo. E chissà se il bluff non sia cominciato proprio oggi con le dimissioni di Yanis Varoufakis.

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