Perché l’accordo di “associazione” Ue-Ucraina diventerà un accordo di “sottomissione”


di Eugenio Cipolla

Oggi, nonostante per noi italiani sia un qualsiasi giorno feriale, in Olanda i cittadini sono chiamati ad esprimersi sull’Accordo di associazione tra Ue e Ucraina, firmato nel 2014 all’indomani delle proteste di Maidan, che portarono alla caduta di Viktor Yanukovich e alla salita al potere dei partiti filo-europei. I sondaggi dicono che al momento dovrebbero prevalere i “no” alla ratifica dell’accordo, ma l’alta percentuale di indecisi (circa il 30%) potrebbe portare un clamoroso ribaltamento dei pronostici. Il referendum ha valore puramente consultivo, anche se il governo olandese ha fatto già sapere che rispetterà a pieno l’esito.
Esito che potrebbe avere importanti «ripercussioni a livello internazionale», ha spiegato a Euronews Andrej Plenkovic, presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l’Ucraina, rafforzando l’allarme lanciato a marzo da Jean-Claude Juncker, che aveva parlato di rischio di «crisi continentale», nel caso di una vittoria del ‘no’. Perché nel caso in cui prevalessero gli euroscettici, il referendum creerebbe un altro precedente “pericoloso” assieme a quello sul ‘Brexit’, mettendo in crisi tutto il sistema decisionale dell’Ue.
E’ per questo che molti in queste ore si stanno chiedendo se sia giusto o meno far fare all’Ucraina un passo avanti verso l’integrazione europea. In molti meno, invece, si stanno domandando quali conseguenze ci saranno per l’Ucraina in caso di una possibile ratifica del trattato. Tra quest’ultimi sono parecchi quelli convinti che si stia procedendo verso una sensibile diminuzione della sovranità dell’ex repubblica sovietica, già messa a dura prova dalle imposizioni economiche del Fondo Monetario Internazionale, il quale, in cambio di liquidità, ha preteso misure impopolari e molto spesso rigide per la popolazione.
Una volta che l’accordo sarà entrato pienamente in vigore, le autorità ucraine saranno costrette a riscrivere ogni tipo di legge e norma votata dal 1991 (anno dell’indipendenza ucraina) ad oggi da Parlamenti eletti secondo la volontà popolare. Nell’accordo di “associazione” ci sono oltre 2.000 pagine di requisiti che chiaramente l’Europa pretenderà vengano rispettati. Così tutto, dall’economia all’ambiente, passando per la gestione della sicurezza, all’istruzione, al lavoro, dovrà essere “riformulato” secondo i valori dettati dall’Unione Europea. Insomma, l’Ucraina rischia di trasformarsi nell’ennesimo Stato satellite di Bruxelles pur non facendone parte.
Dando uno sguardo di approfondimento al testo dell’accordo, si può intravedere come non ci si muova verso una “associazione”, quanto più verso una “sottomissione”, ovviamente a senso unico, verso i diktat dei burocrati europei. Tutti i valori ucraini verranno sostituiti con quelli europei e non integrati. E questo, considerata la situazione geopolitica del paese, ormai isolatosi dalla Russia, e totalmente dipendente dalla istituzioni occidentali, ha un solo significato: il totale asservimento ai processi decisionali di Unione Europea e Nato.

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