"Il congelamento dei fondi iraniani da parte degli USA è un atto di pirateria internazionale"


Parlando sul congelamento di quasi 2 miliardi di dollari di fondi iraniani da parte delle Corte Suprema USA, il vice ministro degli Esteri iraniano per Affari Legali e internazionali Seyed Abbas Araqchi, ha sostenuto, oggi, che "il governo del gli Stati Uniti deve risarcire il danno (...) Questa misura contraddice completamente le norme di diritto internazionale; in un'altra parola, può essere considerato come un atto di pirateria internazionale ".

La Corte si propone di compensare i parenti dei 241 militari degli Stati Uniti uccisi in un attentato, avvenuto a Beirut nel 1983, del quale Washington accusa l'Iran e le truppe del Movimento della Resistenza Islamica in Libano (Hezbollah). L'Iran ha negato ogni coinvolgimento in questo atto terroristico.

In un'intervista esclusiva con l'agenzia di stampa iraniana IRNA, a Vienna, Araqchi ha ricordato che l'ammontare congelato appartiene alla Banca centrale iraniana e gode di immunità internazionale; Teheran, spiega ancora, non riconosce la sentenza che autorizza la "usurpazione" di beni iraniani utilizzando un metodo insolito, legalmente parlando.

Nello stesso contesto, il funzionario persiano ha dichiarato che il Ministero degli Esteri dell'Iran condanna il verdetto e seguirà la causa per il ripristino dei diritti della nazione iraniana.

In ogni caso, Araqchi sottolineato la chiara distinzione tra il problema e il patto nucleare siglato, a Luglio 2015 tra Teheran e il Gruppo 5 + 1 (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina, più la Germania) anche se, ha spiegato, l'accordo non è un segno di normalizzazione nelle relazioni tra Teheran e Washington, o che si siano risolti i problemi con il paese nordamericano.

Araqchi ha aggiunto che Teheran ha già risolto la questione nucleare "ma le ostilità ed i problemi in altri campi restano, e loro (USA) sicuramente manterranno il loro atteggiamento ostile (verso l'Iran)", ha evidenziato.

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