Dopo le email pubblicate da Wikileaks, si dimette il capo del Partito Democratico americano


Debbie Wasserman, presidente del Comitato nazionale democratico, Dnc, ha annunciato ieri le proprie dimissioni dopo la pubblicazione, da parte di WikiLeaks, di 20 mila email e 8mila documenti interni del partito che provano come il Dnc abbia favorito la candidatura di Clinton e cercato di ostacolare quella del suo avversario, il socialista Bernie Sanders.

Pochi minuti dopo l'annuncio, il Comitato Nazionale Repubblicano ha twittato che Wasserman Schultz era "fuorigioco dopo la scoperta di un sistema truccato", aggiungendo con sarcasmo che la Convention democratica per la nomina ufficiale di Hillary Clinton come propria candidata alla presidenza degli Stati Uniti "stava cominciando con il piede giusto."
I documenti diffusi da Wikileaks confermano che le accuse di parzialtà spesso rivolte da Sanders al Partito Democratico erano fondate: alcuni funzionari del Partito, come Wasserman e i suoi collaboratori, avrebbero deriso, insulato e discusso misure tese ad ostacolare la candidatura di Sanders, ad esempio avvalorando le voci sul suo presunto ateismo per far confluire il voto dei cristiani degli Stati del Sud verso la Clinton.
Le email provengono con tutta probabilità dai documenti sottratti al Partito Democratico lo scorso giugno da parte dell'hacker Guccifer 2.0, dietro cui, secondo i sostenitori della Clinton, ci sarebbero addirittura il governo di Mosca, accusato di interferire con le elezioni americane.

Ieri, migliaia di sostenitori di Bernie Sanders hanno manifestato a suo sostegno nel centro di Philadelphia, in Pennsylvania, dove oggi si aprirà la Convention del Partito Democratico.


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