Jacques Sapir: Euro o democrazia: non avete ancora capito che alternativa non esiste?


di Jacques Sapir, 1 agosto 2016
(traduzione a cura di Vocidall'estero)

La questione della compatibilità tra l’euro e la democrazia si pone oggi con una rilevanza molto particolare. Questa moneta ha imposto alla Francia di cedere la propria sovranità monetaria ad un’istituzione non eletta, la Banca Centrale Europea. Essa impone ora alla Francia di cedere alla Commissione Europea, altra istituzione non eletta, interi settori della politica fiscale e di bilancio. Cosa resta allora del patto politico fondamentale che vuole che il potere di tassare un popolo venga ceduto solo in cambio del controllo sovrano dei rappresentanti del popolo sul bilancio del paese in questione?

Questo processo era già iniziato nel periodo precedente (dal 1993 al 1999) con l’istituzione di uno status di indipendenza della Banca di Francia. Ma questo status aveva senso solo nell’ottica dell’imminente implementazione dell’euro. Constatiamo, tuttavia, che questo primo abbandono della sovranità fu decisivo.

La perdita delle caratteristiche democratiche creata dall’euro ha conseguenze drammatiche per il nostro paese. Questa perdita provoca una erosione inevitabile del patto repubblicano e rischia, a causa delle sue conseguenze, di condurci alla guerra civile.

[...]

Non si può più regolare la politica monetaria secondo i bisogni dell’economia, il governo deve piegarsi a norme rigorose in materia di bilancio e fiscali. Se un’entità esterna stabilisce ora la politica monetaria, alla fine questa stessa potrà impostare le regole di bilancio e fiscali. Questo è quello che il nuovo trattato, o trattato di stabilità, coordinamento e governance, adottato nel settembre 2012, ha istituzionalizzato. Se il processo di bilancio sfugge al il controllo del governo, lo stesso vale per il processo fiscale. Tuttavia, il fondamento di TUTTE le democrazie risiede nel fatto che i rappresentanti del popolo, il Parlamento, deve avere – lui solo – l’ultima parola sul bilancio e sul fisco. Siamo quindi tornati alla situazione precedente al 1789. Il collegamento tra il cittadino e il contribuente è stato interrotto.


L’euro e la crisi politica

Ecco la causa della crisi democratica. Si manifesta prima come una forte astensione durante varie elezioni. Poi si manifesta anche con una repulsione verso diverse comunità e l’ascesa del “comunitarismo”. Oppure questa ascesa del comunitarismo prende ormai una piega tragica con gli attacchi di “jihadisti” sul territorio nazionale. Da questo punto di vista, la situazione è stata aggravata dal lassismo e dalla complicità dello stato e di alcuni dei suoi eletti al clientelismo [1] con i rappresentanti di questa ideologia.

Si deve imperativamente porre fine a queste pratiche. La politica dell’abbandono della politica da parte dei politici non può che condurre il paese alla tirannia o alla guerra civile. Ma questo richiede di ridare ai politici le capacità di agire con tutti gli strumenti necessari.

I francesi si sentono ormai sempre meno cittadini – e soprattutto perché dovremmo smetterla di macchiare questa parola in maniera totalmente inappropriata – essi si ritirano verso quello che sembra fornire protezione: le comunità religiose, le comunità di origine… In tal modo si precipitano nella guerra civile. Questa è la critica più radicale che possiamo fare all’euro: quella di strappare in maniera decisiva il tessuto sociale e di mettere, letteralmente, i francesi, gli uni contro gli altri. Nella logica dell’euro non c’è altro che quello che descrive Hobbes: la guerra di tutti contro tutti.

Se consideriamo tutti gli aspetti, economici, sociali, fiscali, ma anche politici, l’euro ha avuto, per quasi 17 anni ormai, un ruolo estremamente negativo. Privando i governi dei mezzi per agire, esso accredita l’idea della loro impotenza. Non abbiamo finito di pagarne il prezzo.

[1] Vedere Pina C., Silence Coupable, Paris, Kero, 2016.

Leggi tutto l'articolo su Vocidall'estero

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

"Bersagli legittimi". La Russia passa ufficialmente ad una nuova fase del conflitto

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico Adesso si fa sul serio, la Russia sta passando ad una nuova fase. A Mosca le indagini proseguono e poco fa le dichiarazioni del presidente Putin, del capo del...

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Pepe Escobar - Il Collegamento Nuland - Budanov - Crocus

  di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]   Cominciamo con la possibile catena di eventi che potrebbe aver portato all'attacco terroristico sul Crocus....

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa