"La guerra in Siria è una guerra economica fra due gasdotti che si fanno la concorrenza"


di Juan Manuel Olarieta
https://movimientopoliticoderesistencia.blogspot.it/2017/01/la-guerra-de-siria-es-una-guerra.html

In un’intervista a un quotidiano italiano, il presidente siriano Bashar al Assad ha affermato che la causa scatenante della guerra in Siria è stata il rifiuto opposto dal suo governo al passaggio di un gasdotto che doveva attraversare il paese per portare il gas del Qatar in Europa attraverso la Turchia.

Assad afferma che il piano qatariota, offerto nel 2000, era un gasdotto che doveva attraversare la Siria da nord a sud; ma c’era un altro progetto di oltre 1.500 chilometri per farlo da est a ovest e arrivare al Mediterraneo attraversando l’Iraq dall’Iran. I rispettivi patrocinatori, il Qatar e l’Iran, hanno le principali riserve mondiali di gas naturale. Il gasdotto qatariota avrebbe permesso agli emiri del Golfo sia di aumentare sia il volume delle esportazioni, sia di ridurre i costi e le limitazioni di volume imposti dal trasporto marittimo. Il Qatar ha bisogno di una flotta di 1.000 navi cargo, con costi esorbitanti.

I due progetti erano in concorrenza ma non erano sul medesimo piano perché il progetto, quello del Qatar, oltre a rappresentare una fonte di proventi per gli emiri del Golfo, aveva due funzioni strategiche ulteriori, contro due paesi antagonisti degli Stati uniti: all’Iran avrebbe tolto l’accesso al mercato europeo e quanto alla Russia, avrebbe fatto la concorrenza al suo gas da sud, mandandolo in Europa attraverso la Turchia.

Nel 2010 il governo di al-Assad optò per il secondo gasdotto, a scapito del primo. L’anno dopo, a quattro mesi dall’inizio della cosiddetta primavera araba, il governo di Damasco firmava l’accordo con l’Iran, uno degli incubi peggiori delle monarchie sunnite del Golfo e degli imperialisti. Un fatto inammissibile. La conseguenza fu appunto la guerra, scatenata nel 2011 grazie alle interferenze esterne.

Sul lato russo, il piano qatariota era un tentativo di asfissia perché l’impresa Gazprom fornisce all’Europa la quarta parte del fabbisogno in gas e gli introiti rappresentano la quinta parte del bilancio statale.

Dopo sei anni di guerra, l’esito non può essere più disastroso per l’imperialismo perché – in un sol colpo – ha perso due pedoni ed è possibile che li perda tutti. Il primo pedone è la Turchia e il secondo è il Qatar.

Come conseguenza dell’esito della guerra in Siria, la Turchia sembra volersi sottrarre dall’influenza della Nato. E, rispetto ai gasdotti, ne passerà in Turchia un terzo, che porterà il gas russo attraverso il mar Nero; inoltre, ormai, oltre alla Siria, l’Iran può contare sulla Turchia come sbocco per il suo gas.

L’altro lacchè che ha smesso di ballare al suono della musica di Washington è il Qatar, che fino a ieri era l’alleato più fidato che gli Usa avevano nella regione. Sono in Qatar due delle principali basi militari imperialiste e la sede del comando centrale degli Usa in Medioriente. Ebbene, sembra che l’abilità di Putin, con una delle sue sorprendenti manovre, abbia toccato anche il Qatar: l’agenzia petrolifera russa Rosneft, la più grande al mondo, ha venduto il 20% delle proprie azioni al Qatar. La Russia ha incassato oltre 10.000 milioni di euro con i quali pagherà la riduzione degli introiti provocata dalle sanzioni economiche degli imperialisti. Eppure, sembra che sia stata Mosca a fare un favore agli arabi.

Questa cessione non è puro e semplice business, perché Rosneft non è un’impresa privata. Si tratta qui di politica e diplomazia, un inizio di accordo fra Qatar e Russia i cui passi successivi sono imprevedibili. E’ possibile sospettare che dietro il Qatar andranno le altre monarchie del Golfo, compresa l’Arabia saudita, che già ha accettato un accordo con la Russia per stabilizzare i prezzi mondiali del petrolio. Se questo avverrà, sarà la fine dell’Accordo del Quincy (1945) e la totale scomparsa degli Stati uniti dallo scenario mediorientale.

Ma la capacità i traino del Qatar non si limita agli sceicchi del Golfo e arriva alla stessa Europa, il cui vergognoso intervento nella guerra in Siria non si spiega con l’obbedienza al diktat statunitense ma con la dipendenza finanziaria di alcuni paesi europei dal Qatar. Se gli emiri arrivano a un accordo con la Russia e, dunque, con la Siria, la Turchia e l’Iran, il loro denaro trascinerà un’Europa ridotta alla mendicità verso posizioni simili, e cioè verso un accordo con la Russia.

Per terminare, occorre aggiungere che, come ha detto Assad, i gasdotti sono “uno degli elementi” che hanno contribuito a scatenare la guerra; non l’unico. Non dimentichiamolo.

traduzione a cura di Marinella Correggia

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

"Bersagli legittimi". La Russia passa ufficialmente ad una nuova fase del conflitto

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico Adesso si fa sul serio, la Russia sta passando ad una nuova fase. A Mosca le indagini proseguono e poco fa le dichiarazioni del presidente Putin, del capo del...

F-16, "bersagli legittimi" e NATO. Cosa ha detto (veramente) Vladimir Putin

di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomaticoIl presidente russo Vladimir Putin ha visitato il 344esimo Centro Statale Addestramento e Riqualificazione del personale dell'aviazione militare del Ministero...

Pepe Escobar - Il Collegamento Nuland - Budanov - Crocus

  di Pepe Escobar – Strategic Culture [Traduzione a cura di: Nora Hoppe]   Cominciamo con la possibile catena di eventi che potrebbe aver portato all'attacco terroristico sul Crocus....

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa