Il drammatico sondaggio sull'Ucraina che allarma non poco le cancellerie occidentali


di Eugenio Cipolla


C’è un sondaggio, arrivato stamattina sulle scrivanie delle maggiori cancellerie occidentali, che sta preoccupando e non poco coloro che tre anni fa appoggiarono senza se e senza ma la rivoluzione di Maidan, in Ucraina. Uno studio pubblicato dal gruppo sociologico “Rating”, che racconta di come gli umori della popolazione ucraina siano completamente diversi da quelli dei burocrati europei e dei funzionari americani, convinti di aver esportato la democrazia anche nell’ex repubblica sovietica.


La stragrande maggioranza degli ucraini sono scontenti, delusi e anche molto arrabbiati per la situazione che il paese sta vivendo nell’ultimo periodo. L’economia, sempre più soffocata dagli stringenti diktat del Fondo Monetario Internazionale, stenta a ripartire e assieme al mostruoso deprezzamento della valuta locale ha di fatto azzerato il potere d’acquisto degli ucraini. I quali, come ha mostrato il sondaggio di ‘Rating’, sono convinti nell’85% dei casi che il paese stia vivendo una fase di caos dal quale sarà piuttosto difficile uscire. Solo il 21% ritiene che il paese sia in una fase di sviluppo, ma sono numeri davvero banali rispetto al 75% che vede l’Ucraina in pieno declino.




Nell’ultimo anno, hanno sottolineato i sociologi di ‘Rating’, la maggioranza degli ucraini ha visto un deterioramento della propria situazione finanziaria. Oltre il 60% ha ammesso di non potersi più permettere di pagare le bollette per i servizi primaria, mentre il 97% (un numero davvero importante) ritiene che ci sia stato un sostanzioso aumento dei prezzi dei beni al consumo. Inflazione e zero crescita, dunque, stanno pian piano disilludendo gli ucraini dal sogno europeo di una vita migliore e meno grigia.


Il 65% degli ucraini addossa la colpa di tutto questo alla mancanza di professionalità e alla corruzione del governo attuale, ma c’è anche un 54% convinto che sia un problema derivato dalle operazioni militari nell’est del paese, mentre un altro 31% ritiene che sia l’incapacità della Verkhovna Rada, il parlamento del paese, ad aver portato l’Ucraina sul baratro. Cosa succederà con questa situazione così delicata è facilmente intuibile. Il rischio concreto è quello di una nuova rivoluzione, una nuova Maidan che capovolga ancora una volta i già fragili equilibri interni del paese. Il 70% degli intervistati da ‘Rating’ pensa che questa situazione possa portare a massicce proteste a livello nazionale, mentre il 40% parteciperebbe personalmente nel caso in cui vi fossero.


In questo quadro si colloca la volontà precisa di metà della popolazione ucraina (circa il 52%) che supporta lo scioglimento anticipato del Parlamento ed elezioni presidenziali anticipate. Se ciò dovesse accadere, a beneficiarne sarebbe Yulia Tymoshenko. Nel caso di legislative anticipate il 13,2% voterebbe il suo partito, Patria, seguito dal Blocco Poroshenko con l’11,3%, il Blocco d’opposizione con il 10,4% e il Partito Radicale con l’8,9%. Meno dell’8% otterebbero Samopomich (7,1%), in netta caduta con i trend del passato, il partito ultranazionalista Svoboda (6,4%) e quello di Mikhail Saakashvili (2,2%).


Per Tymoshenko si aprirebbero sicuramente le porte della Bankova, poiché in caso di presidenziali anticipate l’ex leader della rivoluzione arancione si confermerebbe in testa con il 15,2% delle preferenze, distanziando Poroshenko all’11,6% e Oleg Lyashko all’8,5%.



La linea dura contro il governo da parte della leader di ‘Patria’ sta dunque dando i suoi frutti. Da più di un anno la Tymoshenko si è sganciata dal governo e dalle politiche di Poroshenko, giudicato da molti una zavorra politica.


Al di là degli equilibri politici interni, leggendo i dati forniti da ‘Rating’ si capisce l’ennesimo e chiaro fallimento da parte dell’occidente, che ha portato dalla sua parte l’Ucraina sfruttando uno choc politico che andava gestito in maniera totalmente differente, evitando il riscorso a promesse funamboliche che con il tempo si sono dissolte.

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