Macron: "La destituzione di Bashar Assad non è una 'precondizione' per i colloqui con la Siria


Emmanuel Macron ieri ha dichiarato che non è più "la partenza e la destituzione di Bashar al-Assad una precondizione per l'intervento della Francia" nelle discussioni sulla Siria.

"Abbiamo davvero cambiato la dottrina francese nei confronti della Siria, al fine di avere risultati e lavorare a stretto contatto con i nostri partner, in particolare gli Stati Uniti d'America", ha confermato il capo dello Stato francese, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo statunitense, Donald Trump, all'Eliseo.



"Abbiamo un obiettivo principale: L'eliminazione di terroristi, tutti i terroristi a prescindere dalla loro sensibilità. Costruiremo una soluzione politica a lungo termine, inclusiva", ha spiegato, sottolineando che dei rappresentanti di presidente siriano parteciperebbero alle discussioni. "In questo contesto, io non faccio della destituzione di Bashar al-Assad una precondizione per l'intervento della Francia", ha precisato.

Una precondizione inefficace durata sette anni

"sono passati sette anni da quando abbiamo chiuso la nostra ambasciata a Damasco, non abbiamo più contatti con Assad perché abbiamo messo questa condizione, senza alcuna efficacia", ha inoltre affermato Emmanuel Macron. Il presidente francese ha anche sollevato ancora una volta "una linea rossa", condivisa con il presidente degli Stati Uniti, e "ribadita" anche durante i suoi recenti incontri con il presidente russo Vladimir Putin, contro "qualsiasi utilizzo di armi chimiche".

Le dichiarazioni di Macron e la nuova posizione che avrebbe assunto la Francia nei confronti di Assad ricordano quelle già fatte lo scorso 21 giugno. Naturalmente se queste dichiarazioni di Macron possano essere considerate distensive saranno i fatti a confutarle. Resta però, la condizione essenziale che, qualunque siano le dichiarazioni e le azioni di qualsiasi capo di Sato, a decidere il futuro della Siria devono essere solo e esclusivamente i siriani.


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