Bombardamenti Usa a Raqqa. I civili che non contano... neanche per le Commissioni "indipendenti" dell'ONU



di Marinella Correggia - Sibilaliria

Nel governatorato di Raqqa, in Siria, molti sono i civili uccisi dalla Coalizione guidata dagli Stati uniti, nell’offensiva contro lo Stato islamico condotta insieme alle Syrian Democratic Forces (gruppi dell’opposizione armata siriana). Ma sono vittime che destano scarsa attenzione da parte di organismi internazionali e dei media, attentissimi invece alle conseguenze delle azioni militari antiterrorismo di Siria e Russia.


Si tratta di un doppio standard – “due pesi due misure” -, ancora più inaccettabile per il fatto che non ci sarebbe Daesh a Raqqa e altrove senza le azioni guerrafondaie di Usa e alleati Nato/Golfo; veri Frankenstein, per ricordare l’omonimo romanzo di Mary Shelley.


Sulle vittime civili dei bombardamenti Usa nel governatorato di Raqqa, l’organizzazione In-So basata nel Regno unito ha realizzato un rapporto che riguarda il periodo fra il 6 gennaio e il 30 luglio 2017. Sono elencati ottanta episodi con morti e feriti civili, a volte decine. Per esempio, il 21 marzo 2017 nel villaggio di Al Mansoura è stata bombardata una scuola diventata rifugio di sfollati. Secondo l’In-so i morti civili sarebbero almeno 30. Inoltre, l’ufficio affari umanitari dell’Onu ha denunciato il fatto che da un lato i cecchini di Daesh, dall’altro la coalizione a guida Usa prendono di mira le persone che cercano di scappare dall’inferno con barche sull’Eufrate, una delle scarsissime vie di fuga rimaste. Se lo avessero fatto l’esercito siriano e gli aerei russi sarebbe venuto giù il cielo, in una pioggia di denunce per crimini di guerra.





Ma quel che è grave è che non sono solo i media e gli “attivisti” occidentali a sottovalutare le vittime civili dell’offensiva a guida Usa nell’area di Raqqa. Lo fa anche la parzialissima, anzi depistante Commissione indipendente di inchiesta sulla Siria (CoI), messa in essere dall’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu di Ginevra. Dalla fine del 2011, nei suoi ormai venti rapporti periodici, la CoI ha brillato per il ricorso a fonti di una parte sola (l’opposizione armata) e per notizie non verificabili circa il vero andamento dei fatti e chi li abbia perpetrati. La CoI spesso “sente le voci”.


L’ultimo rapporto della Commissione, presentato pochi giorni fa, non solo ribadisce con certezza che a Khan Sheikoun lo scorso aprile un aereo siriano ha sganciato bombe al sarin, ma denuncia, sulla base di telefonate con esponenti dell’opposizione armata, “attacchi deliberati” da parte di aerei siriani e russi contro ospedali sotterranei e in grotte, allestiti dall’opposizione nelle aree che controlla. Non è dato capire come l’attacco a una struttura la cui (eventuale) natura medica viene appositamente occultata, possa essere considerato “deliberato attacco contro strutture che il diritto internazionale protegge”.


Invece, anche quest’ultimo rapporto della Commissione CoI, quando riferisce di indagini in corso a proposito degli attacchi aerei Usa/alleati a Raqqa, non parla mai di azioni deliberate. E a proposito dei morti civili provocati dal bombardamento su una struttura religiosa ad al Jinah, usa questi termini: “incidente”, “tipologia di missile destinato a minimizzare i danni collaterali”; il massimo della severità è far rilevare che forse gli Stati uniti non sono riusciti a prendere tutte le precauzioni possibili per evitare perdite di vite civili e danni a strutture non militari.


Niente crimini di guerra da parte statunitense e alleati, insomma. Al massimo qualche violazione del diritto internazionale umanitario. Degno di una tiratina d’orecchi.


Anche l’offensiva su Mosul, sempre da parte della coalizione Usa e alleati, non ha suscitato proteste. MediaLens, un osservatorio sui media, ha notato la differenza di trattamento mediatico fra le offensive a Mosul quelle ad Aleppo l’anno scorso. “Quando Siria e Russia bombardavano Aleppo Est in mano ai cosiddetti ribelli, un coro angosciato di media lamentava i civili uccisi, intrappolati, feriti, traumatizzati, in fuga disperata…Niente di tutto questo quando Mosul veniva polverizzata nella massiccia offensiva a guida Usa, lo scorso ottobre”. L’anno prima, Barack Obama aveva detto invece che i raid russi avrebbero rafforzato Daesh…

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