Washington Post: gli Stati Uniti considerano di lanciare di un nuovo attacco contro la Siria


Il presidente degli Stati Uniti Trump ha chiesto, la scorsa settimana, che gli fossero presentate le possibili opzioni per punire il governo del presidente siriano Bashar al-Assad, dopo che i media legati alla cosiddetta opposizione siriana l'hanno accusato di lanciare attacchi chimici contro le aree controllate dai terroristi nella regione del Ghouta orientale, a est della capitale Damasco, ha riferito ieri il quotidiano statunitense 'The Washington Post'.

Trump ha discusso alcune di queste opzioni in un incontro con il capo del Gabinetto della Casa Bianca, John Kelly; con il principale consigliere per la sicurezza nazionale del governo, H.R. McMaster, e con il Segretario alla Difesa, James Mattis, secondo la fonte.

La portavoce del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (il Pentagono), Dana White, ha negato che Mattis abbia partecipato al dibattito su una nuova azione militare in Siria e ha affermato che "la conversazione non è mai avvenuta". Tuttavia, un altro funzionario degli Stati Uniti in condizione di anonimato ha rivelato che Mattis era "fermamente" contrario ad agire militarmente contro il governo siriano e che McMaster ha sostenuto questa idea.

Il pretesto, come dice Trump, per punire Damasco sarebbe l'uso di armi chimiche. Questa volta, i funzionari statunitensi dicono che la Siria usa sistemi terrestri invece di sistemi aerei per tali attacchi, perché sono più difficili da rintracciare, secondo il giornale.

La Siria, d'altro canto, ha condannato fermamente queste ripetute "bugie" e "false" accuse degli USA, che non hanno basi reali o documentarie e "non sono altro che fallacie basate su studi inventati dai loro partner" in territorio siriano.

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