L'esercito yemenita vede l'inizio di una "guerra diretta" con gli Stati Uniti


"Siamo passati da una guerra sussidiaria con gli alleati locali e regionali degli Stati Uniti ad una una guerra diretta con il nemico statunitense", ha annunciato ieri il vice portavoce dell'esercito yemenita, il colonnello Rashid Aziz.

Queste dichiarazioni arrivano giorni dopo che gli Emirati Arabi Uniti (UAE) e l'Arabia Saudita, dopo aver subito numerose perdite, hanno ufficialmente chiesto agli USA di fornire supporto militare diretto per un'operazione che prevede l'occupazione del porto yemenita di Al-Hudaydah.

"La richiesta di un intervento militare diretto di Washington in questa guerra (...) rivela che il nostro nemico principale sono gli Stati Uniti, che finora ha lanciato il sasso e nascosto la mano", ha spiegato l'ufficiale yemenita.

Rashid, tuttavia, avverte che le forze dell'esercito e del movimento popolare Ansarollah risponderà con fermezza a qualsiasi azione militare da parte degli Stati Uniti contro lo Yemen, ed ha ricordato le brutte esperienze che Washington ha sofferto durante le sue invasioni in Vietnam e Iraq.

L'Arabia Saudita e i suoi alleati, che stanno conducendo una campagna contro lo Yemen da marzo 2015, stanno ora cercando di impossessarsi di Al-Hudayda, il principale porto d'ingresso per le importazioni e gli aiuti umanitari allo Yemen, un paese in cui 22 milioni di persone hanno un bisogno disperato al cibo.

L'amministrazione statunitense, presieduta da Donald Trump, sta considerando di partecipare direttamente, insieme all'Arabia Saudita, a un'invasione contro Al-Hudayda, secondo un recente articolo del quotidiano 'The Wall Street Journal', che cita un gruppo di funzionari del paese. nordamericano

Diversi gruppi per i diritti umani hanno avvertito che gli attacchi di Riad e dei suoi alleati in quella città potrebbero peggiorare la più urgente crisi umanitaria nel mondo, secondo le Nazioni Unite (ONU).

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