"Risulta evidente già dopo la prima lettura della relazione che i metodi del lavoro della missione [OPCW] sono ancora lontani dai requisiti per raccogliere e analizzare le informazioni sul presunto uso di agenti chimici che sono enunciati nella Convenzione sulla proibizione di armi chimiche e documenti normativi dell'OPCW", ha osservato la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova.

"È anche discutibile il motivo per cui il rapporto è stato pubblicato più di un anno dopo che gli attacchi chimici sono stati registrati e quale valore dell'analisi delle sonde ha generalmente luogo dopo il trascorrere di un periodo così lungo", ha aggiunto.

Inoltre, "tutto questo [il rapporto dell'OPCW] è apparso intenzionalmente all'ordine del giorno di una sessione speciale della Conferenza degli Stati membri della Convenzione convocata già l'altro giorno da un gruppo di Stati occidentali e in programma a L'Aia dal 26 al 28 giugno prossimo ", ha spiegato la diplomatica russa.

La portavoce del ministero degli Esteri russo non ha escluso che un altro rapporto potrebbe apparire più vicino a questa data sul presunto uso di armi chimiche nella città siriana di Douma il 7 aprile di quest'anno.

"Non sarà una sorpresa se alla vigilia della conferenza comparirà il rapporto corrispondente sull'attacco chimico a Douma, contrariamente alle informazioni affidabili ricevute dagli specialisti militari russi sulla natura inscenata dell'incidente", ha sottolineato Zakharova.

L'ufficio stampa dell'OPCW ha riferito mercoledì scorso che la sua missione di inchiesta che indagava il presunto uso di armi chimiche in Siria ha confermato in un nuovo rapporto che "il sarin era molto probabilmente usato come arma chimica nel sud di Ltamenah, nella Repubblica araba siriana, in 24 marzo 2017."

La missione di accertamento ha inoltre concluso che il cloro era molto probabilmente usato come arma chimica durante il bombardamento dell'ospedale di Ltamenah e dell'area circostante il 25 marzo 2017.