Siria, le milizie alleate dell'Occidente liberano i terroristi dell'ISIS di origine europea


Le Forze Democratiche siriane, SDF, alleate della coalizione occidentale in Siria, hanno liberato un gruppo di prigionieri europei affiliati all'ISIS, sulla base di un presunto accordo segreto, informa il quotidiano britannico 'The Telegraph'.

Le SDF avrebbe raggiunto tre accordi con l'ISIS per scambiare terroristi e i loro parenti per i loro combattenti, secondo la fonte. Tutto ciò solleva timori che i jihadisti possano tornare nelle aree controllate dal gruppo terroristico o in Europa.

Secondo le fonti, il primo accordo raggiunto nel febbraio di quest'anno ha comportato il rilascio di circa 200 miliziani, tra cui un francese e almeno un tedesco. Il gruppo sarebbe stato inviato dai centri di detenzione delle SDF alle aree controllate dalla IS nella provincia orientale di Deir Ezzor in Siria.

Inoltre, lo scorso aprile, 15 combattenti del gruppo terroristico sarebbero stati scambiati per circa 40 donne e bambini, fra i quali alcuni di nazionalità francese, belga e olandese.

L'ultimo scambio, che avrebbe riguardato 15 donne dei jihadisti, si è svolto il 6 giugno scorso, secondo il quotidiano britannico. In risposta, l'ISIS ha liberato lo stesso numero di prigionieri curdi e ha promesso di non attaccare i giacimenti di petrolio e gas sotto il controllo della SDF.

I terroristi liberati potrebbe riprendere le armi o entrare in Europa

Le SDF hanno tenuto nei loro centri di detenzione migliaia di combattenti dell'ISISe le loro famiglie, tra i quali centinaia di stranieri catturati durante gli attacchi contro il gruppo terroristico nei territori tra le province di Raqqa e Deir ez-Zor.

I media sostengono che l'Occidente si rifiuta di assumersi le proprie responsabilità per i combattenti europei che combattono tra le fila dell'ISIS e che si trovano nelle prigioni della SDF. Nel frattempo, le SDF stesse ammettono di non avere la capacità, anche finanziaria, di mantenere i prigionieri "indefinitamente".

Parlando al giornale, il capo ricercatore dell'Istituto per il Dialogo Strategico di Londra (UK), Amarnath Amarasingam ritiene che i prigionieri liberati potrebbero "ri-entrare nel campo di battaglia", mentre Charles Lister, il Middle East Institute di Washington ( USA) crede che i combattenti possano "fuggire in Turchia e da lì in Europa".

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