Sul quotidiano israeliano, 'The Times of Israel', alcuni giorni fa, si è fatto riferimento a Bob Woodward, firma di punta del quotidiano statunitense 'The Washington Post', il quale spiega nel suo esplosivo libro "Fear", sottotitolo "Trump in the White House", come Derek Harvey, allora membro del National Security Council degli Stati Uniti, fosse "profondamente preoccupato" nel febbraio 2017 sui crescenti arsenali militari di Hezbollah.

Derek Harvey aveva dichiarato che Hezbollah era un braccio ideale per l'Iran per mettere Israele sotto pressione o addirittura attaccarlo. Si è rammaricato del fatto che i sistemi di difesa missilistica di Israele fossero totalmente inadeguati e incapaci di far fronte a razzi che potrebbero colpire le basi militari israeliane.

"Derek Harvey, ex ufficiale dell'esercito e feroce nemico dell'Iran, ha incontrato Jared Kushner, genero di Donald Trump, dopo essersi unito al Consiglio di sicurezza nazionale. Durante la riunione, Harvey ha detto a Kushner che "Hezbollah è la principale fonte di preoccupazione in Medio Oriente".

Ha aggiunto che le informazioni riservate hanno dimostrato l'appartenenza di oltre 48.000 soldati a tempo pieno a Hezbollah. "Questo rappresenta una seria minaccia per il regime israeliano. Hezbollah ha 8.000 combattenti in Siria, Yemen e commando in tutta la regione", secondo Harvey.

Inoltre, si aggiungeva che Hezbollah "aveva 150.000 missili ad alte prestazioni" mentre il numero era di 4.500 al momento dell'ultima aggressione israeliana contro il Libano nel 2006.

Harvey concluse che il possesso di una tale quantità di armi e di equipaggiamento militare rafforzerebbe la possibilità di una guerra catastrofica che potrebbe avere conseguenze negative per gli Stati Uniti ", ha poi scritto Bob Woodward nel suo libro.