"Gli aiuti bruciati" sono le nuove "armi di distruzione di massa". Chi in Italia sta diffondendo la fake news per la guerra in Venezuela



di Fabrizio Verde

Nell’era della post-verità funziona così: vengono lanciate dal sistema mediatico fake news in quantità industriale, palesemente false e facilmente smontabili, ma quel che conta non è la notizia in sé, ma il messaggio. La realtà parallela da creare ad uso e consumo dei media per sovvertire la reale situazione sul campo.

Quanto accade in Venezuela è paradigmatico in tal senso. Un paese assediato in tutti i campi, dal punto di vista economico sino a quello militare, viene trasformato in una nazione fallita a causa delle politiche di stampo socialista inaugurate dai governi a guida Chavez poi continuate sotto i mandati di Maduro.

L’attuale presidente dipinto come un despota capace di galleggiare al potere solo grazie alla corruzione, il pugno di ferro e la complicità dell’esercito.

La situazione sul campo è ben diversa: Maduro può contare su di un forte sostegno popolare e i problemi del Venezuela sono in gran parte derivanti da una spietata guerra economica e da sanzioni unilaterali imposte dagli Stati Uniti costate al paese sudamericano svariati punti di PIL. Basti pensare che attualmente il Venezuela ha fondi bloccati pari a 30 miliardi di dollari.

Arriviamo così al 23 febbraio giorno in cui a detta della marionetta di Washington, il golpista Juan Guaidò, sarebbero dovuti entrare in Venezuela i tanto sbandierati ‘aiuti umanitari’ provenienti dagli Stati Uniti. In realtà un cavallo di Troia per portare la guerra in Venezuela.

Una volta fallita l’operazione i camion sono stati dati alle fiamme e il vero contenuto di questi è venuto alla luce. Materiale per la guerriglia, per dar vita a nuove guarimbas. Insomma, il classico materiale per la destabilizzazione.

Intanto però i media mainstream hanno provveduto a capovolgere la realtà: il tiranno Maduro nonostante il suo popolo fosse alla fame ha dato ordine di bloccare l’arrivo degli ‘aiuti umanitari’ dando alle fiamme i camion.

I soliti allocchi, in buona o cattiva fede, attraverso i social media e dichiarazioni alla stampa senza alcuna verifica accreditano la versione del mainstream attaccando Maduro. Nell’epoca della post-verità funziona così. Gli aggrediti diventano aggressori e viceversa. Finanche i guerrafondai Stati Uniti dipinti alla stregua di filantropi disinteressati a cui stanno a cuore solo le condizioni di vita del popolo venezuelano ridotto alla fame dal ‘dittatore comunista’.

Ecco qualche esempio:

Abbiamo poi taluni che non smentiscono la loro attitudine criminale. Il senatore statunitense Marco Rubio, personaggio sempre in prima fila nella lotta al socialismo in America Latina pubblica una foto di Ghedafi prima e dopo il suo assassinio. Lui è uno dei massimi ispiratori del golpe in Venezuela eseguito dall'estrema destra fascista su ordine degli Stati Uniti. Vuole far fare al presidente Maduro la stessa fine di Gheddafi. Deve essere chiaro a tutti per chi stanno lavorando quei media e politici italiani a sostegno dell'ennesimo crimine internazionale. Noi non dimenticheremo! Ogni commento appare superfluo. La circostanza conferma solo quali sono le reali intenzioni degli USA verso il Venezuela. Altro che aiuti umanitari. L’obiettivo è un regime change violento.

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