Sulla censura dei social network e la vergognosa risoluzione approvata dal Parlamento Europeo


di Omar Minniti

Quando Facebook, Twitter ed altri social media cancellavano centinaia di account legati all'estrema destra, molti compagni gioivano. Io no. E non perché nutrissi alcuna simpatia verso i rottami neofascisti o fossi sostenitore di alcun "fronte nazionale" con sigle dello zerovirgola percento, che esprimono posizioni opposte alla mia visione del mondo. Non gioivo perché, semplicemente, vedevo questa repressione fuori tempo massimo contro dei "vinti", minoritari ed ininfluenti, come la punta di un iceberg. Come l'inizio di un bavaglio di massa, di una caccia alle streghe su vasta scala, contro tutti coloro che esprimono una visione critica verso il totalitarismo liberale.

Hanno cominciato con Forza Nuova e Casa Pound, e tutti ad applaudire perché sono brutti, cattivi e ci fanno schifo. Ma a breve verrà la volta dei comunisti, dei socialisti e degli anticapitalisti, delle sinistre non in toto allineate nei confronti del sistema e perfino degli stessi "antifà" che simpatizzano per l'Ue, che hanno delegato a questa il ruolo di censore e di boia. Lo abbiamo visto con la mozione approvata a larghissima maggioranza trasversale dal parlamento europeo, con il voto infame di tanti ex comunisti pentiti e rinnegati, che equipara il socialismo realizzato al nazifascismo e chiede la messa al bando dei simboli del movimento operaio, a cominciare dalla falce e martello e dalla stella rossa.

Se un domani prossimo verranno a bloccarvi il profilo Facebook perché avete postato la foto di Gramsci o la citazione di un bonario Berlinguer; se qualche agente vi multerà o vi arresterà per la maglietta di Che Guevara; se dei reparti antiterrorismo faranno irruzione nel vostro circolo di un partito che si dice comunista, anche se "moderno", arcobaleno ed euro-friendly, è bene che sappiate dove tutto ha avuto inizio: cominciarono con i fasci e con i "diffusori di fake news" e voi non avevate nulla in contrario, anzi.... eravate lì a festeggiare.

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