Pino Arlacchi - Vittoria storica del Venezuela all'ONU. La maggioranza dell'assemblea vota a suo favore



di Pino Arlacchi

Era davvero Davide contro Golia. Tutta la potenza di fuoco politica e mediatica degli Stati Uniti da un lato, e il Venezuela dall'altro. Un confronto dall’esito pressochè scontato. Dato anche il terreno, i diritti umani, su cui Caracas é costretta a giocare in difesa, data l’enorme amplificazione delle sue pecche in materia che domina da mesi l’opinione pubblica globale.

Contro l’elezione del Venezuela al Consiglio dei diritti umani il blocco dei 50 paesi che hanno riconosciuto Guaidò ha usato tutti i mezzi a propria disposizione: lettere, incontri bilaterali, riunioni ad hoc per scaldare i paesi consenzienti e vincere le perplessità degli incerti, mobilitazione dei social media e delle NGO più note in questo campo, fake news a ruota libera, pressioni al limite del bullismo e dell’estorsione sui piccoli paesi. Quelli per i quali l’Assemblea Generale ONU è l’unico posto dove contano qualcosa, dato il criterio di “un paese, un voto”, e dato che è l’unica platea globale dove possono perlomeno far sentire la propria voce.

Il risultato, come già accaduto altre volte alle Nazioni Unite, è stato esattamente il contrario di quanto voluto dai paesi occidentali a guida americana. Toccati nella loro dignità e sovranità, la maggior parte dei paesi membri sono venuti allo scoperto ed hanno confermato attivamente il loro pieno riconoscimento alla legittimità del governo Maduro. Votando anche contro la candidatura di disturbo del Costarica e conferendo al Venezuela chavista una vittoria di portata storica.
105 di loro su 193 hanno ritenuto, inoltre, che le carenze del Venezuela nel campo dei diritti umani, pur esistenti e fonte di preoccupazione, non abbiano le dimensioni iperboliche loro attribuite dalla grancassa mediatica internazionale, dall’opposizione interna e da certe parti della stessa ONU. E comunque non siano tali da minare la credibilità delle azioni di contrasto messe in campo dal governo e da precludere l’accesso di Caracas all’organo delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti umani.

D’ora in poi sarà più difficile parlare di “isolamento del Venezuela”. Ad essere isolati rispetto alla coscienza del mondo, a quanto pare, sono quelli che lo attaccano. E che dovrebbero perlomeno decidersi, dopo quanto accaduto alle Nazioni Unite, di stendere un velo pietoso su Guaidò.

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