I manifestanti, scesi sia nelle strade di Teheran, nella capitale, sia in altre città dell'Iran - tra cui Yazd - denunciano gli atti di violenza e le alterazioni avvenute la scorsa settimana nel paese persiano durante proteste pacifiche su l'aumento dei prezzi della benzina.
Gruppi di sabotatori, supportati da paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita, hanno approfittato della situazione, si sono infiltrati in marce pacifiche e hanno attaccato infrastrutture e proprietà pubbliche per alterare l'ordine pubblico e minacciare la sicurezza nazionale.
Coloro che si sono riuniti in questo atto di protesta hanno espresso il loro sdegno per il grave danno alla proprietà pubblica e privata e assicurano che i problemi economici e le critiche alle misure del governo non giustificano il vandalismo da parte dei sabotatori.
Gridando slogan come "morte ai sabotatori", "morte agli Stati Uniti" e "morte al regime israeliano", i manifestanti hanno ratificato il loro ripudio al governo degli Stati Uniti, un paese che si è espresso a favore delle proteste dei sabotatori
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