Il PCI esprime solidarietà all'Ambasciata cinese. "Chi lavora per logorare i rapporti tra l’Italia e la Cina, lavora per rendere il paese meno indipendente"

Nota del Dipartimento Esteri del Partito Comunista Italiano

La tensione alimentata ad arte in queste ore dai Fratelli d’Italia e dai Radicali (due facce della stessa politica di destra neoliberista) nei confronti della Cina ha come obiettivo il deterioramento dei rapporti di amicizia ed istituzionali con la Repubblica Popolare. Ed è sintomatico che a questa campagna si siano uniti anche esponenti del PD. Lo diciamo da tempo: il bipolarismo italiano (che Lega e PD assieme vogliono ricostruire) è una falsa contrapposizione con l’unico obiettivo di spartirsi i voti degli elettori e perseguire poi assieme la stessa agenda politica.


Il Partito Comunista Italiano non può che stigmatizzare tutto questo, ribadendo il suo impegno per il dialogo e la cooperazione tra i popoli e per il rafforzamento dell’amicizia e la cooperazione tra l’Italia e la Cina.


Oppure, come reagirebbero, per esempio, se la Cina invitasse in una sede governativa esponenti dei “gilet gialli” o gruppi separatisti e autonomisti di una Paese europeo? Il disappunto dell’Ambasciata Cinese (alla quale esprimiamo la nostra solidarietà) per l’invito ad un dissidente in un dibattito senza contraddittorio è comprensibile e ci stupiamo dell’isteria dei media italiani. Cosa direbbero se, al contrario, il governo di Pechino appoggiasse manifestazioni violente in Italia o in Europa, apertamente contro la Nato, l’Ue e per il sovvertimento del sistema politico?


Il Partito Comunista Italiano chiede che l’Italia si attenga al principio di non ingerenza negli affari interni di un altro paese ed invita tutte le forze politiche a lavorare per il dialogo e la cooperazione con le istituzioni cinesi e non aderire all’escalation diplomatica orchestrata da chi vuole farci sprofondare in una nuova guerra fredda. I terminali italiani di questa campagna internazionale, benché molti di loro si ammantano di un’aura da “sovranisti”, lavorano in realtà per rendere l’Italia sempre meno libera nelle sue relazioni internazionali. Ed infatti nulla dicono sulla presenza di basi militari straniere sul nostro territorio.


Uno degli obiettivi immediati di questa campagna è far fallire il Memorandum sulla Via della Seta. Al contrario, il Partito Comunista Italiano chiede che tale Memorandum si attui e non rimanga carta straccia. Ciò aiuterebbe la nostra economia ed anche le imprese nazionali (molto più svantaggiate nell’accesso al mercato cinese delle concorrenti tedesche e francesi) e permetterebbe di risolvere alcuni grandi problemi industriali ed economici. Un caso emblematico su tutti: Taranto! Una reale riconversione della città, attraverso l’intervento diretto dello Stato, che coniughi il diritto alla salute ed alla tutela dell’ambiente con il diritto al lavoro è possibile solo se questa città diventa uno dei punti di approdo della Via della Seta Marittima, per tutta l’area Mediterranea.


Chi lavora per logorare i rapporti tra l’Italia e la Cina, in definitiva, lavora per rendere il paese più povero e meno indipendente.

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