Guido Salerno Aletta - "Soli, atomizzati e polarizzati. Così il potere si impone"



di Guido Salerno Aletta - Teleborsa

Il processo di manipolazione continua.

Dopo aver imposto il ferreo distanziamento sociale, giustificato dalla necessità di evitare il contagio del Covid-19, il sistema di potere deve incanalare subito lo stato di generale inquietudine e la paura per il futuro economico che si sta radicando nell'animo di milioni di persone in Occidente, evitando a tutti i costi che si trasformi in rabbia contro i governi stessi che non agiscono tempestivamente.


E' tutto inutile, perché le rassicurazioni non bastano, le promesse tardano a concretizzarsi, ed anche le fideistiche prospettive del Recovery Fund e della Next Generation UE si afflosciano: serviranno mesi perché questi piani si attivino.


Nel frattempo, dopo aver chiamato a raccolta le Task Force di esperti, ora si convocano per consultazioni addirittura gli "Stati Generali": richiamano un ben triste precedente, visto che ne conseguì la Rivoluzione Francese. A quei tempi, si dovevano aumentare le imposte per ripagare l'immenso debito accumulato dai Re in anni di guerre perse con l'Inghilterra: il Terzo Stato, il più numeroso come popolazione rappresentata, si ribellò alla proposta ripartizione capitaria, che lo avrebbe massacrato a tutto vantaggio dei Nobili e del Clero. Dal giuramento nella Sala della Pallacorda alle ghigliottine che tagliarono migliaia di teste, ivi compresa quella del Sovrano, furono convulsioni continue.


Bisogna dunque reagire, polarizzando l'emotività delle masse: dopo il nuovo diluente delle reti sociali, rappresentato dal distanziamento sanitario, occorre una narrazione convincente.


Tornare a parlare di Green Economy, della necessità di decarbonizzare l'economia, di fermare il riscaldamento globale, non susciterebbe l'interesse di nessuno: anche Greta deve abbandonare la scena.


Bisogna ricorrere al vecchio collante della lotta al razzismo, soprattutto quello perpetrato da secoli nei confronti degli afroamericani. Si ripropone l'immagine dell'uomo bianco schiavista, suprematista come va di moda definirlo oggi: una colpa intollerabile di cui si continua a macchiare e da cui ci dobbiamo definitivamente liberare.

Ecco, allora, le manifestazioni di massa che si organizzano un po' dappertutto in Occidente per vendicare la morte di un afroamericano ucciso da un poliziotto bianco a Minneapolis, contro il nuovo nemico di comodo: la polizia armata, che abusa dei poteri di coercizione.

La colpa è collettiva: comporta un processo di immedesimazione nel carnefice, che è in noi. Si sterilizzano così la rabbia e la paura del futuro.

E così, mentre si perdono posti di lavoro a milioni, mentre le imprese stentano a riprendere la attività, si individuano i nuovi obiettivi della azione politica: salari ancora più precari; disarticolazione delle reti lavorative con lo smart-working; distruzione dei processi di scambio relazionale nelle scuole e nelle università.

Tutto si deve fare a distanza, utilizzando le tecnologie informatiche e di telecomunicazione. Così come molti si sono abituati ad andare in giro nel tempo libero portandosi appresso il proprio guscio relazionale, con lo smartphone, senza connessioni con la realtà circostante, questo processo di atomizzazione scala altri livelli.

Da una parte siamo sempre più soli, atomizzati, e dall'altra sempre più polarizzati dalla narrazione mediatica, attraverso manifestazioni di massa che agiscono come i magneti che aggregano istantaneamente la polvere di ferro.

Il bisogno di socialità viene soddisfatto, ma l'input parte dall'alto e punta sulle colpe collettive. In questo modo veniamo distolti dalla rivendicazione di quanto ci riguarda direttamente: lottiamo, al più, per i diritti che vengono negati agli altri.

Ecco come il potere si impone.

Atomizzazione e polarizzazione: distanziamento sanitario e mobilitazioni di massa



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