Cina, 71 anni di socialismo. Pechino esorta il mondo a costruire una «comunità umana dal futuro condiviso»



di Fabrizio Verde

In questo stesso giorno di settantuno anni fa, il primo di ottobre del 1949, nella maestosa ed enorme piazza Tienanmen Mao Tse Tung alla testa del Partito Comunista Cinese proclamava la nascita della Repubblica Popolare Cinese.

«Finalmente il popolo cinese si è alzato in piedi… nessuno ci insulterà più», disse Mao al popolo cinese accorso in massa a Pechino dopo che il partito comunista lo aveva guidato a liberarsi dal giogo di feudalesimo, colonialismo, capitalismo e imperialismo attraverso la più lunga e complessa rivoluzione armata nella storia dell’umanità.

La Repubblica Popolare Cinese ha compiuto tanta strada da allora. Più volte è caduta ma si è sempre prontamente rialzata per riprendere il proprio cammino con maggiore forza e vigore.

Adesso la Cina rappresenta la seconda potenza a livello planetario pronta a scalzare il decadente impero statunitense.

L’ultima ostacolo incontrato dalla Cina sul proprio cammino è stato quello rappresentato dalla pandemia. La Cina grazie soprattutto a un sistema dove al centro vi è la salute umana e non il profitto è l’unico paese popoloso riuscito a mettere sotto controllo l’epidemia che il mondo ha imparato a conoscere quando ha iniziato a diffondersi in quel di Wuhan.

A Pechino si avviano verso la fase post-pandemica mentre il mondo è ancora impantanato, con alcuni paesi come Stati Uniti, India e Brasile dove il coronavirus è fuori controllo. A dimostrarlo plasticamente ci sono i cittadini cinesi che si apprestano a viaggiare nello sterminato territorio del paese asiatico in occasione delle festività per celebrare la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Come avviene di consuetudine ogni anno in questo periodo in cui il popolo celebra la fondazione dello Stato socialista.

Così la Cina si rimette in moto. Nonostante gli Stati Uniti lavorino incessantemente per creare una coalizione internazionale contro la Cina. Una sorta di riedizione dell’Alleanza delle otto nazioni del 1900.

Ma adesso «il popolo cinese si è alzato in piedi» e vuole continuare il suo percorso. Dal 1949 quando la Repubblica Popolare Cinese è stata fondata, per fare un esempio concreto, l’aspettativa di vita dei cinesi si è attestata a 77 anni (vicino ai 78,7 degli Stati Uniti) nel 2018, rispetto ai soli 36 anni di partenza.

Il tenore di vita, la prosperità e la stabilità sociale del popolo cinese sono migliorati di pari passo con l’aspettativa di vita. Il sistema socialista con caratteristiche cinesi funziona.

Funziona talmente bene che Pechino si appresta a sopravanzare gli Stati Uniti in breve tempo in tutti i campi. Per questo da Washington ragliano e sbraitano in maniera sguaiata. Mostrando al mondo tutto il gretto egoismo di un paese che non vuole perdere la leadership mondiale attraverso cui tiene colonizzati interi popoli.

Ma la Cina guidata dal presidente Xi Jinping, saldamente ancorata ai valori fondanti della Repubblica Popolare, continua il proprio cammino ed esorta il mondo a costruire una «comunità umana dal futuro condiviso».

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