Nagorno-Karabakh, parla il 'capo' della compagnia Wagner: «Armenia piena di ONG USA. Gli statunitensi stanno provocando il conflitto»

Il recente riaffiorare prepotente delle tensioni tra Armenia e Azerbaigian sfociate ormai in conflitto aperto per la questione irrisolta riguardante il Nagorno-Karabakh ha posto molti interrogativi sulla posizione di quegli attori esterni a vario titolo coinvolti nel conflitto caucasico.

Russia e Turchia si trovano sui lati opposti della barricata. Mosca vuole mediare per spegnere il conflitto e con la Turchia già siede in diversi tavoli, come Libia e Siria, dove faticosamente si è giunti ad una sorta di accordo che possa accontentare tutte le parti in conflitto.

Ma gli USA come si stanno muovendo nello scenario caucasico?

A tal proposito il quotidiano Aydinlik ha sentito un uomo d’affari russo, di San Pietroburgo, molto addentro in certe vicende. Yevgeny Prigozhin, da più parti indicato come il proprietario di sicurezza privata russa "Wagner”.

Interrogato sulla questione del Nagorno-Karabakh dal quotidiano turco ha così risposto: «Finché i turchi non attraversano il confine armeno, hanno il diritto legale di intervenire nel conflitto del Karabakh. Armenia e Azerbaigian hanno avuto l'opportunità di fermare il conflitto nel Nagorno-Karabakh per molti anni, grazie alla mediazione della Russia».

Ma secondo l’uomo d’affari russo in Armenia c’è stato un intervento esterno che ha scompaginato la possibile risoluzione del conflitto: «Dopo la rivoluzione arancione del 2018, cioè con l'ascesa al potere di Pashinyan, in Armenia è apparso un numero molto elevato di ONG nordamericane. Questo è il nocciolo del problema. Gli statunitensi stanno provocando il conflitto».

Prigozhin aveva lanciato accuse di destabilizzazione agli USA lo scorso 11 di giugno in una lettera fatta recapitare al Senato di Washington in risposta alle gravi accuse rivolte nei suoi confronti. In una risoluzione l’uomo d’affari russo veniva accusato di attaccare gli interessi nazionali e i valori democratici degli Stati Uniti, influenzando in particolare le politiche interne degli Stati Uniti e dei loro alleati, e di interferire con i processi democratici degli Stati Uniti.

L’uomo d’affari russo quindi scriveva in risposta: «Gli Stati Uniti intervengono regolarmente nei processi politici e nelle elezioni in tutto il mondo per distruggere i valori, le tradizioni e le culture nazionali di altri Stati. (…) Gli Stati Uniti sono un rifugio per i soldi di migliaia di criminali, ladri e truffatori di molti paesi. Gli Stati Uniti creano gruppi terroristici, ospitano i loro leader e garantiscono la sicurezza delle loro famiglie. Gli Stati Uniti sollevano e nascondono traditori da tutto il mondo sul loro territorio come Fethullah Gülen, Chen Guangcheng, Reza Pahlavi e molti altri».

A evidenziare il ruolo giocato dagli USA nella regione ai fini della destabilizzazione era stato anche il partito turco Vatan Partisi. Attraverso un comunicato la formazione politica patriottica e di tendenza socialista affermava che le continue «provocazioni» dell’Armenia sono legate ai tentativi degli Stati Uniti di destabilizzare la regione.

«Questo attacco dell'Armenia è una grande provocazione e una minaccia non solo contro l'Azerbaigian, ma contro la vita pacifica e amichevole dei paesi della regione».

Nel comunicato del partito turco si può leggere che «il governo di Pashinyan in Armenia persegue politiche filo-americane e pro-UE, lontano dalla Russia» quindi «l'amministrazione armena aumenta la sua aggressività man mano che si avvicina all'Atlantico».

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