Escalation nella penisola coreana. Cosa ha detto (veramente) Kim Jong Un

02 Gennaio 2024 09:00 Francesco Fustaneo


di Francesco Fustaneo


Il leader della Corea del Nord, Kim Jong- un, é tornato a criticare duramente gli Stati Uniti nel mezzo di un lungo discorso al termine dei cinque giorni di incontri di fine anno del Partito del Lavoro di Corea, che hanno fissato le decisioni di politica militare ed economica del Paese per il 2024. Il summit ha annunciato piani per un ulteriore sviluppo militare nel prossimo anno, secondo la Kcna.

Ma cosa riporta esattamente l’agenzia di stampa pubblica nordcoreana a riguardo?

“L' esercito popolare - si legge nel comunicato diramato - dovrebbe osservare da vicino e controllare attentamente la grave situazione di sicurezza nella penisola coreana, che cambia di ora in ora, e adottare misure militari approfondite. E dovrebbe rispondere rapidamente a ogni possibile crisi nucleare e dare continuo impulso ai preparativi per un grande evento per sopprimere l’intero territorio della Corea del Sud mobilitando tutti i mezzi e le forze fisiche, comprese le forze nucleari in caso di emergenza“.

L’escalation di tensione nella penisola coreana dunque induce per i vertici politici e militari, la necessità di incrementare costantemente la produzione di armi nucleari e di intraprendere degli sforzi per raggiungere i target fissati a riguardo per il 2024. La relazione diramata chiarisce poi che il compito per il settore dello sviluppo spaziale, nel 2024, sia quello di lanciare altri tre satelliti da ricognizione sulla base dell'esperienza acquisita con il successo del lancio espletato nel 2023 .

L’ambizione nordcoreana è poi, con riferimento al settore della costruzione navale, quella di implementare la forza di combattimento subacquea. Si mira poi anche allo sviluppo di droni e di mezzi di guerra elettronica.

L’obiettivo è quello di contrastare la minaccia della guerra nucleare e lo scontro a tutto campo degli Stati Uniti e delle sue forze considerate vassalle con le armi nucleari e “di infliggere ai nemici una crisi di sicurezza insormontabile e un orrore attraverso lo schiacciante esercizio del deterrente bellico completo“.

Si allontanano dunque, sempre più le speranze di riunificazione a fronte di una penisola coreana costantemente nella morsa di una crisi incontrollabile a causa di quella che viene definita dallo stesso Kim , una sconsiderata isteria anti-RPDC e delle provocazioni militari di quelli che vengono derubricati a “burattini degli Stati Uniti e della Corea del Sud”.

La spiegazione è resa nel seguente passaggio: “e’ un fatto ben noto che lo scontro fisico può essere causato e intensificato anche da un leggero fattore accidentale nell’area lungo la linea di demarcazione militare dove grandi forze armate di entrambe le parti si affrontano, e nessuno può negare il fatto che attualmente nella penisola coreana convivono i due Stati, ostili tra loro. Per un lungo periodo, non solo negli ultimi dieci anni ma da più di mezzo secolo, l’idea, la linea e le politiche per la riunificazione nazionale stabilite dal nostro Partito e dal governo della RPDC hanno sempre suscitato il sostegno e l’approvazione assoluta dell’intera nazione e la simpatia del mondo poiché sono giusti, ragionevoli ed equi. Ma nessuno di essi si è concretizzato e le relazioni nord-sud hanno ripetuto il circolo vizioso di contatto e sospensione, dialogo e confronto”.

Se c’è un punto comune tra le “politiche verso il nord” e le “politiche di unificazione” perseguite dai successivi governanti sudcoreani, è proprio il “crollo del regime della RPDC” e “l’unificazione per assorbimento”.

La Nord Corea in sostanza, sulla base dei tentativi e dei precedenti storici, ritiene che tra nord e sud la riunificazione non potrà mai essere raggiunta con le autorità della ROK che hanno definito “l’unificazione per assorbimento” e “l’unificazione sotto la democrazia liberale” come la loro politica statale, il che è in netto contrasto con la linea nordcoreana di riunificazione nazionale basata su una nazione e uno stato con due sistemi.

Per lo stesso Kim, la Corea del Sud al momento non è altro che uno stato coloniale subordinato la cui politica è completamente fuori uso, “l’intera società contaminata dalla cultura yankee e la difesa e la sicurezza totalmente dipendenti dagli Stati Uniti”.

Insomma in sintesi in base alle contingenze politiche attuali viene annunciato l’abbandono un possibile percorso di unificazione, mentre le indicazioni di riarmo sembrano rispondere alle preoccupazioni tangibili di Pyongyang di essere invasa in futuro e di fare la fine di tanti paesi non allineati ( come già successo alla Libia o all’Iraq solo per fare degli esempi) . Preoccupazioni d’altronde ben riassunte a corollario degli obiettivi militari strategici precedentemente enunciati: continua introduzione nella penisola coreana di mezzi strategici nucleari statunitensi di ogni tipo, compreso il grande sottomarino nucleare, il frequente invio di enormi task force di portaerei a propulsione nucleare, elementi tali da aver trasformato di fatto la Corea del Sud completamente in una base militare avanzata e in un arsenale nucleare a disposizione degli Stati Uniti. Il tutto coniugato a esercitazioni militari congiunte di varia scala andate in scena incessantemente durante tutto l’anno appena concluso e raddoppiate rispetto al precedente . “Ciò dimostra chiaramente che gli Stati Uniti mirano allo scontro militare con la RPDC ad ogni costo e sono sempre più disperatamente determinati a prepararlo”.

“Solo pochi giorni fa, gli yankee -si legge sul sito della Kcna - hanno convocato a Washington i burattini sudcoreani per tenere la seconda riunione della NCG e hanno annunciato al mondo che avrebbero completato le linee guida sul piano strategico e operativo nuclearee istituito il sistema di deterrenza esteso entro la metà del prossimo anno e che condurranno esercitazioni di operazioni nucleari durante le esercitazioni militari congiunte su larga scala del prossimo agosto. In concomitanza con ciò, hanno portato di nuovo un sottomarino a propulsione nucleare nella penisola”.

“La realtà - conclude la nota di Pyongyang, mostra che gli atti ostili inveterati degli Stati Uniti contro la RPDC non si limitano solo a minacce retoriche o a scopi dimostrativi, ma si sono evidentemente evoluti in una fase di esecuzione che può portare ad azioni militari reali e quindi innescare un conflitto tra le forze armate di entrambe le parti”.

Fonte: https://kcnawatch.org/newstream/1704027054-512008976/report-on-9th-enlarged-plenum-of-8th-wpk-central-committee/

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