Ci siamo. La Nato, attraverso il Canada, entra nel conflitto in Ucraina


Ci siamo. E' arrivato nella sera di ieri l'annuncio da parte del ministro della Difesa canadese Rob Nicholson che il Canada, membro della NATO, invierà attrezzature militari in Ucraina. Quest'ultima, ha proseguito Nicholson parlando con i giornalisti a Trenton, presumibilmente li utilizzerà solo per proteggere il confine orientale. Ci sarebbe da chiedersi, scrive ironicamente Zero Hedge, se il ministro canadese abbia seguito quello che è successo all'equipaggiamento militare americano per i ribelli siriani utilizzato ora dall'ISIS.
Si tratta del primo simbolico ingresso formale di un membro della NATO nel conflitto in Ucraina, che potrà, quindi, solo intensificarsi da adesso in poi. Passiamo ad una nuova fase, quella di guerra per procura "regionale" per includere le potenze occidentali, rendendo in tal modo la nuova guerra fredda un teatro sempre più caldo. Putin saprà certamente prendere una risposta adeguata al mutamente in atto: da una guerra civile confinata in Ucraina, Mosca non potrà non reagire al coinvolgimento di altri partecipanti. E' bene ricordare che, anche se può averlo fatto segretamente e questo non lo sappiamo, il Cremlino ha sempre escluso fino ad oggi un aiuto ai ribelli filo-russi. Ora che armi e equipaggiamento NATO saranno efficacemente localizzate ai confini russi, tuttavia, il Cremlino potrebbe avere il pretesto di cui aveva bisogno per giustificare la sua espansione militare in un conflitto che la Russia aveva visto fino ad oggi come "difensivo", vale a dire volto ad evitare proprio un'intromissione della Nato in una zona di tensioni ai suoi confini.
Dal momento che il Canada è ora coinvolto, scrive ancora Zero Hedge, si aspettano che altri paesi membri della NATO varchino il Rubicone, provocando così Mosca in una escalation dalle conseguenze drammatiche per tutti.

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