Tagli delle forniture d'acqua: così le multinazionali ignorano deliberatamente la legge

Quasi due milioni di persone in Francia non hanno un adeguato accesso all'acqua, a causa della loro situazione precaria ... o delle pratiche illegali dei loro fornitori, scrive Olivier Petitjean sulla rivista francese Basta!. Mentre i tagli sono vietati da un anno, le imprese incaricate del servizio - Veolia e Suez in testa - non sembrano desiderose di far rispettare una legge che va contro le abitudini commerciali consolidate. La Federazione delle aziende idriche professionali (FP2E), che rappresenta il settore privato, i cui membri servono il 72% della popolazione francese, ha ammesso 100.000 casi di tagli al servizio idrico nel 2010. Molti altri paesi europei già vietano i i distacchi della fornitura idrica per morosità o in caso di contenziosi. In Francia, dove la gestione delle risorse è affidato al settore privato, il governo ha sempre prestato poca attenzione al tema.
La società civile si sta però mobilitando per costringere le aziende private a rispettare la nuova legislazione, anche, se necessario, con azioni legali, e rafforzare il riconoscimento formale del diritto all'acqua in Francia.
Dall’aprile 2013, la legge Brottes (dal nome del deputato socialista François Brottes) vieta i tagli delle forniture d'acqua ai privati per fatture non pagate. Il decreto di applicazione della legge è stato pubblicato il 27 febbraio 2014 e, altrettanto chiaramente, vieta i distacchi della fornitura idrica in qualsiasi periodo dell'anno. Il problema? Le nuove disposizioni di legge, che hanno consacrato il concetto di "diritto all'acqua", rimangono in gran parte ignorate. Dopo aver raccolto decine di testimonianze di persone colpite dai tagli di acqua da parte dei loro fornitori - primi fra i quali le grandi imprese private Veolia, Suez e Saur - il Coordinamento Eau Ile-de-France e la Fondazione France Libertés hanno portato il caso in tribunale. Il 25 settembre hanno ottenuto la prima vittoria legale contro la Lyonnaise des Eaux. La filiale della Suez Environment è stata condannata a pagare diverse migliaia di euro ad una madre di famiglia che si è vista privata dell'acqua per 50 giorni.
Il 28 luglio del 2010, su invito della Bolivia, il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite ha riconosciuto ufficialmente il "diritto all'acqua" tra i diritti umani fondamentali. Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, 750 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile. La percentuale è molto più elevata in termini di accesso ai servizi igienici. Ma la sfida non riguarda solo le zone rurali africane o le bidonvilles asiatiche. In Francia, secondo il rapporto 2014 della Fondazione Abbé Pierre, sono 140.000 i senzatetto che non hanno accesso all'acqua potabile. E quasi due milioni di persone non hanno accesso sufficiente all'acqua e ai servizi igienici, o vedono questo accesso minacciato dalle condizioni abitative precarie, dalla mancanza di reddito ... o semplicemente a causa di una disputa con il loro fornitore.
Un altro problema è quello dell'accesso dei senzatetto a servizi adeguati, in un contesto sociale difficile. Per ragioni di economia o la deliberata intenzione di allontanare i senzatetto dai loro centri urbani, i comuni tendono a eliminare i bagni e le docce pubbliche. Malattie della pelle, epatite A, avvelenamento ... lo scarso accesso all'acqua può portare a conseguenze molto gravi per la salute. La situazione a Marsiglia, in particolare, ha ripetutamente catturato i titoli dei giornali. "In questa città non ci sono bagni pubblici, docce e le fontane, quando non sono rotte, si contano sulle dita di mano e sono collate nei quartieri ricchi anzichè nei quartieri poveri" , hanno scritto su Le Monde due funzionari di Medici del mondo descrivendo la città che ha ospitato il Forum Mondiale dell'Acqua nel 2012 ... La città di Parigi è un'eccezione, a causa della sua politica proattiva di promuovere il diritto all'acqua: la capitale dispone di 240 fontane pubbliche, 400 servizi igienici e 18 docce comunali.
Un disegno di legge presentato nel mese di settembre mira a garantire l'installazione di fontane, servizi igienici e docce utilizzabili gratuitamente nei comuni che superano una certa soglia di popolazione. E' stato proposto anche l'introduzione di un 'aiuto' a favore di coloro che hanno difficoltà a pagare la bolletta dell'acqua. Questo aiuto verrebbe finanziato da una tassa sull'acqua in bottiglia.

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