Più della metà delle multinazionali europee è implicata in presunte violazioni dei diritti umani


Più della metà delle grandi imprese tedesche, inglesi e francesi è implicata in presunte violazioni dei diritti umani, si legge sulla rivista francese Basta! che riporta le conclusione di uno studio pubblicato il 21 ottobre da una coalizione europea di organizzazioni indipendenti, la Coalizione Europea per la Giustizia aziendale, che lavora sulla responsabilità sociale e ambientale delle imprese. La coalizione, con sede a Bruxelles, comprende grandi ONG come Amnesty International, Greenpeace o CCFD.
Lo studio si basa su una rassegna stampa di lungo termine: per otto anni sono stati segnalati decine di articoli e relazioni che riguardano le grandi imprese e le violazioni dei diritti umani. Questa rassegna stampa é incentrata sulle primi tre economie europee e le loro multinazionali quotate. Gli autori dello studio precisano che, anche se non si tratta necessariamente di violazioni dei diritti umani legalmente stabilite, esiste un insieme di gravi accuse, alcune delle quali "sono state vigorosamente negate dalle società interessate". Tuttavia, questo studio quantitativo offre un primo assaggio di questo argomento spinoso.
Le aziende tedesche come Adidas, Bayer e Siemens, sono le più citate: il 77% delle società quotate sulla Borsa di Francoforte sono implicate in presunte violazioni dei diritti umani (23 aziende su 30). Seguono le francesi, con il 65% delle società CAC 40 (24 società su 37) accusate e le inglesi con il 51% delle loro aziende multinazionali (43 aziende su 84), come Barclays Bank, British American Tobacco e Mark & Spencer, coinvolte in casi di violazione dei diritti umani. Alla luce di questi risultati poco incoraggianti, gli autori dello studio ricordano "l'urgenza per l'Unione europea e i suoi Stati membri di garantire che le aziende stiano facendo il loro dovere in materia di responsabilità sociale delle imprese e a rimuovere gli ostacoli per l'accesso alla giustizia per le vittime di abusi" . "Un problema che è stato in gran parte ignorato finora", dice il documento.
Le società francesi più spesso citate sono Total, Sanofi, ArcelorMittal e BNP Paribas. Total per esempio, è stata accusata nel marzo 2013 di distruggere aziende agricole e colture in Uganda, durante un'operazione di ricerca di idrocarburi nei pressi di un villaggio di pescatori sul lago di Albert (al confine con la Repubblica Democratica del Congo). Un altro esempio: nel novembre 2011, un articolo del quotidiano britannico The Independent riporta che Sanofi - e altre aziende farmaceutiche occidentali - avrebbero finanziato studi clinici effettuati su pazienti indiani, sopravvissuti al disastro di Bhopal, nel Bhopal Memorial Hospital. Questi studi non erano conformi alle norme internazionali e hanno causato la morte di decine di pazienti.
Infine, ultimo esempio, BNP Paribas e la sua consociata Bank of West sono state accusate nel giugno 2012 di aver finanziato produttori di armamenti che realizzano missili e bombe che disperdono esplosivo per diverse centinaia di metri. A causa dell’estremo pericolo per i civili, queste armi sono state vietate dal 2010 da una convenzione internazionale ratificata dalla Francia ... Secondo i principi guida delle Nazioni Unite del 2011, condivisi dall'Unione Europea, "le aziende hanno la responsabilità di identificare, prevenire e mitigare gli eventuali effetti negativi delle loro attività" , dice lo studio.

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