Carlo Rovelli: "Una minoranza, a cui apparteniamo, non esita a massacrare per difendere i propri privilegi"



In una bella intervista con L'Espresso, il fisico e saggista Carlo Rovelli ha commentato con il solito coraggio ed arguzia le proteste delle università contro il genocidio in corso a Gaza. Partite negli Stati Uniti si stanno allargando in tutto il mondo. Anche in Italia sono comparse le prime "tende" per chiedere alle istituzioni di rompere i legami con il regime israeliano: Bologna (5 maggio), Sapienza di Roma (6 maggio) e Federico II di Napoli ( 7 maggio). «Penso sia molto bello che una parte della gioventù prenda a cuore i problemi gravi del mondo. Fanno bene a sperare per il futuro. [...] In Palestina c'è un massacro in corso, e questo è ovviamente intollerabile per la generosità di molti giovani, che sono immuni, per fortuna, alla pelosità e all'ipocrisia di chi pensa che in fondo vada bene così», ha dichiarato Rovelli all'Espresso.

Molto interessante il punto dell'intervista in cui il Professore cerca di andare all'origine di quello che sta accadendo nel mondo con i rischi mai così concreti di una deflagrazione totale «una minoranza, a cui apparteniamo, non esita a massacrare per difendere il proprio dominio e i propri privilegi. Il colmo dell'ironia è che usiamo la parola "democrazia" per giustificare il dominio armato di una minoranza ricca sul resto del mondo: il 10 per cento dell'umanità controlla il 90 per cento della ricchezza del pianeta. Il mondo si sta ribellando e andiamo verso un conflitto globale, in più in piena crisi ecologica. E pensiamo solo a vincere, invece che a cercare soluzioni. Spero che i giovani sappiano spingere a cambiare rotta. [...] La gente muore di fame, a pochi chilometri da uno stato ricco che li massacra con le bombe».

Illuminanti, infine, le parole scelte per sfatare il tentativo della propaganda di relegare a semplice "antisemitismo" le proteste degli studenti. «Le accuse di antisemitismo sono ciniche e completamente infondate. Questi stessi giovani scenderebbero egualmente in piazza per difendere la popolazione ebraica massacrata. Anzi, lo farebbero con ancora più furore. Ma è peggio di così: perché brandire la stupida accusa di antisemitismo è soffiare sul fuoco del razzismo: razzismo è leggere tutto in termini di razza, invece che nei termini di chi muore sotto le bombe e chi dà l’ordine di sganciarle. Chi continua a parlare di antisemitismo non sa liberarsi dal suo implicito razzismo»

Qui per leggere l'intervista completa.

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