Nel discorso tenuto a sorpresa alla fine dell'anno, il leader nord coreano Kim Jong-un ha auspicato la fine del confronto bellico tra le due Coree, tecnicamente ancora in guerra dal conflitto del 1950-1953, e chiesto al suo popolo di intraprendere una battaglia economica per uscire dalla crisi.
Salito al potere nel dicembre del 2011 alla morte del padre, Kim Jong-il, Kim Jong-un ha spinto il confronto con Seul a livelli di massima tensione il mese scorso quando, tra la condanna internazionale e contro le sanzioni delle Nazioni Unite imposte dopo i test nucleari del 2006 e del 2009, ha completato il lancio di un missile satellitare nello spazio. Nel suo discorso alla nazione per l'ultimo dell'anno, il primo di un leader nord coreano da quello di suo nonno Kim Il-sung nel 1994 – Kim Jong-un ha aperto al dialogo alla Corea del Sud. "Un'importante questione è quella di mettere fine alle divisioni del paese e raggiungere l'unificazione, eliminando il confronto tra nord e sud, che il passato ha dimostrato di non condurre a null'altro che la guerra", ha espressamente dichiarato il leader di Pyongyang. Tecnicamente in guerra dal 1953, le due Coree hanno vissuto il momento di massima tensione della loro storia recente nel 2010 quando il Nord ha bombardato un'isola del sud, uccidendo due civili e due soldati.
Lo scorso mese, la Corea del Sud ha eletto come nuovo presidente Park Geun-hye, figlia dell'ex dittatore Park Chung-hee, che Kim Il-sung aveva cercato di uccidere durante lo scontro negli anni della guerra fredda. Park ha promesso di intraprendere un impegno diverso con il Nord e dichiarato di cercare maggiormente del suo predecessore Lee il dialogo per costruire un nuovo clima di fiducia, ma ha chiesto che Pyongyang abbandoni le sue ambizioni nucleari. Assente dal discorso di fine anno di Kim ogni riferimento al programma nucleare, vi è stato solo un riferimento al lancio missilistico dello scorso mese, giudicato un grande evento che ha ispirato tutto il popolo nord coreano.
Kim Jong Un ha, infine, chiesto alla nazione di intraprendere una battaglia per rilanciare l'economia in crisi, senza però far riferimento a nessuna misura precisa che verrà introdotta dal suo regime per aumentare la produzione industriale ed agricola. Secondo i dati pubblicati martedì dal ministero dell'unificazione della Corea del Sud si registra un calo significativo nel numero di rifugiati dalla Corea del Nord nel 2012, in relazione al 2011: solo 1,500 rispetto ai 2,700 dell'anno precedente. A dimostrazione del maggior controllo delle frontiere imposto dal nuovo leader di Pyongyang.