"Dannosi per i bambini". Cina, la lista dei marchi esclusi dalle importazioni

03 Giugno 2021 16:42 La Redazione de l'AntiDiplomatico

L'Amministrazione generale delle dogane della Cina ha accusato diversi marchi internazionali di fornire al Paese articoli per bambini che potrebbero mettere a rischio la salute e l'integrità dei bambini.

Secondo una dichiarazione rilasciata dall'entità, le ispezioni tra giugno 2020 e maggio 2021 hanno rilevato che 81 lotti di merci importate di cinque categorie - giocattoli, scarpe, spazzolini da denti, bottiglie e abbigliamento - non sono idonei per "qualità e sicurezza", informando che i prodotti "saranno distrutti e restituiti" in conformità con le leggi e i regolamenti del paese.

La dogana ha presentato un elenco con diverse dozzine di prodotti e produttori, che include nomi come Nike, Zara, H&M, Lego o Sega.

La maggior parte degli articoli è stata giudicata "carente" per la solidità del colore, la resistenza alla trazione degli accessori, le istruzioni per l'uso, le dimensioni delle parti o perché conteneva sostanze tossiche e pericolose.

Il rapporto specifica che gli indumenti contengono "coloranti o sostanze nocive che possono essere assorbite dal corpo attraverso la pelle, la bocca, ecc. e mettono in pericolo la salute".

Rileva, inoltre, che i giocattoli potrebbero "causare danni alla pelle e alle vie respiratorie" o indurre i bambini a ingerirli "facilmente per errore e causare soffocamento" o lesioni dovute a un uso improprio. Nel frattempo, gli spazzolini da denti rifiutati possono "danneggiare le gengive e i tessuti molli orali", si legge nel documento.

L'annuncio dell'autorità doganale arriva dopo mesi di tensione tra Pechino e diverse nazioni occidentali, che nel marzo scorso hanno sanzionato funzionari e un'entità cinesi ritenendoli responsabili di presunte violazioni dei diritti umani della minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinjiang, dove viene raccolto un quinto della produzione mondiale di cotone.

La controversia che circonda questa regione ha portato marchi come H&M, Nike e Adidas a decidere di non acquistare cotone dallo Xinjiang, provocando boicottaggi contro queste aziende in tutta la Cina.

I governi occidentali accusano Pechino di trattenere gli uiguri nei campi di rieducazione, mentre la Cina nega le accuse, sottolineando che i campi sono centri di formazione professionale e fanno parte degli sforzi per combattere il terrorismo.

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