E se in Ucraina vincesse la Cina?


di Diego Angelo Bertozzi
Dal braccio di ferro tra Usa e Russia (e in sottordine Europa) sull’Ucraina, potrebbe uscire presto un vincitore: la Cina popolare. Ad emettere questa previsione è la rivista statunitense The National Interest, anche questa volta assai critica nei confronti dell’indecisione dell’amministrazione Obama (sul referendum in Crimea “si rilasciano dichiarazioni e nulla più”). Secondo Dimitri K. Simes e Paul J. Sanders gli Usa hanno fallito sin dall’inizio preferendo al coinvolgimento della Russia, l’estremismo anti-russo della piazza di Kiev, gettando così benzina sul fuoco e creando una frattura sempre più insanabile nel Paese. L’intervento di Mosca è la logica conseguenza.
Ed ora - come successo in precedenza con la Siria - si è giunti alle “dichiarazioni audaci e moralistiche”, alle condanne attraverso “comunicati stampa pomposi” ai quali non potranno seguire fatti (“l’opzione militare contro la Russia non è credibile”), danneggiando ulteriormente l’immagine degli Stati Uniti nel Mondo, e incoraggiando i nemici (“troppe chiacchiere e nessun fatto”). In gioco è quindi la credibilità stessa di Washington: “Al di fuori dell’Europa, in pochi sembrano avere l’intenzione di mettere in discussione i propri legami con la Russia per la Crimea. Il Brasile e l’India adotterebbero questo approccio? E che dite della Corea del Sud e del Giappone? Speriamo che il presidente Obama non creda davvero alla sua retorica su un'inesistente ‘comunità internazionale’”.
Anche la tentazione di isolare Mosca potrebbe portare a risultati controproducenti: “la Russia potrebbe riorientare la sua politica verso l’Iran, la Siria e il Venezuela, dove Mosca potrebbe creare molti più problemi di quanto ce ne sono ora”. E questi problemi - ammoniscono gli autori - potrebbero avere le poco rassicuranti forme dei rifornimenti militari. E poi c’è la Cina che, sebbene non abbia preso una chiara posizione su una possibile annessione russa della Crimea, ha espresso ben pochi dubbi sulle responsabilità occidentali in Ucraina. E una Russia isolata si rivolgerebbe ad Est, rafforzando ancora di più l’intesa strategica con Pechino con la vendita di tecnologia militare high-tech e il sostegno diplomatico alle rivendicazioni territoriali cinesi.

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