Giappone: elezioni anticipate per il 16 dicembre

Importante svolta politica interna al Giappone. All'emittente televisiva nazionale Nhk, Jun Azumi, il segretario generale del partito Democratico - al potere dall'agosto del 2009 dopo un cinquantennio di dominio del partito Liberale - ha annunciato che il paese non attenderà la scadenza naturale della legislatura prevista per l'agosto del 2013, ma andrà al voto il 16 dicembre. Il premier giapponese, Yoshihiko Noda ha scelto la via dell'elezione anticipata a causa del difficile rapporto con l’opposizione (che controlla la Camera Alta), che già ad agosto l’aveva spinto a promettere lo scioglimento del Parlamento in cambio dell’appoggio nel rialzo dell’imposta sui consumi e nella risoluzione del problema del ‘fiscal cliff’ giapponese (legge che autorizza il governo a emettere bond a copertura del deficit), nonché nella mini-riforma elettorale. La paralisi decisionale aveva fatto crollare la popolarità di Noda, scesa sotto la soglia del 20% dopo la pubblicazione degli ultimi inquietanti dati sull'economia giapponese - con il Pil che si è contratto del 3.5% su base annua e dello 0.9% rispetto a settembre. Le ragioni della mancata ripresa nipponica dopo il disastroso 2011 post tsunami sono molte: la crisi dell'occidente ed il calo delle esportazioni; il boicottaggio cinese come protesta della contesa delle isole Senkaku; lo yen, inoltre, è divenuto un bene rifugio per molti investitori americani ed europei travolti dalla crisi del debito, apprezzandosi del 5% sul dollaro e dell' 8.5% sull'euro e pesando ulteriormente sulla competitività delle sue esportazioni. Data questa combinazione di fattori, il Giappone entrerà in una recessione tecnica è la previsione degli esperti. .
In questo quadro, il partito democratico rischia di perdere il potere dopo i 3 anni che hanno interrotto il monopolio del partito Liberaldemocratico, al governo dal dopoguerra e che adesso candida Shinzo Abe, già primo ministro tra il settembre 2006 e il settembre 2007.
Alla competizione elettorale parteciperanno anche nuove formazioni populiste di stampo nazionalista come il partito del Sole o il ‘Restoration Party’ dell'ex Governatore di Tokyo. La vittoria probabile di Abe rischia di complicare ulteriormente le relazioni con la Cina, al punto più basso dal dopoguerra per il conflitto in corso sulla sovranità delle isole Senkaku.

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