Giorgio Cremaschi: "Torno dal Venezuela ancora più convinto del sostegno alla rivoluzione bolivariana"


di Giorgio Cremaschi


Lascio il Venezuela per tornare nel nostro paese, mi riprometto di scrivere un bilancio più approfondito, ma intanto voglio esprimere qui alcuni giudizi di fondo.

1) Ho incontrato persone stupende, serie ed allegre al tempo stesso. Esse sono parte di un popolo che lotta contro difficoltà economiche terribili, in gran parte frutto di sabotaggio economico interno e del blocco economico illegale guidato dagli USA e coperto dalle infami sanzioni, altrettanto illegali, di USA UE e dei peggiori governi golpisti dell'America Latina. Il popolo che ha votato e che sta con Maduro è il popolo della sinistra che in Italia è stato frantumato e disperso da anni di governi liberisti di centrosinistra . In Venezuela quel popolo resiste ad una guerra economica uguale a quella che portò in Cile al golpe fascista contro Allende. Resiste, si organizza e riesce a vincere elezioni difficilissime che una parte dell'opposizione ha deciso di sabotare evidentemente perché sapeva di perdere.

2) Le elezioni sono state quanto di più onesto e corretto si potesse organizzare. Tutti i candidati hanno potuto svolgere a loro campagna senza ostacoli. Il voto elettronico segreto con doppio controllo ce lo sogniamo in Italia. Ricordo che prima delle elezioni italiane Di Maio aveva accennato alla presenza di osservatori internazionali, suscitando scandalo. Invece il governo venezuelano aveva invitato la UE a mandare i propri osservatori e questa ha rifiutato. Tutti gli osservatori internazionali presenti e il mediatore con l'opposizione Zapatero hanno definito come corretto il voto.

3)La UE al seguito di Trump e a sostegno delle forze golpiste e fasciste dell'opposizione, sta scrivendo una delle pagine più infami della sua già non molto onorevole storia. La UE si è arrogata il diritto di non riconoscere il risultato delle elezioni venezuelane prima ancora che si svolgessero, nonostante fosse stata invitata a controllarle. Quale Dio ha concesso a UE ed USA il diritto di decidere sulle elezioni di altri paesi? Non certo quello del diritto internazionale. Diritto che giudica totalmente illegali sanzioni contro un paese che non minaccia nessuno e che sono al di fuori degli, e contro gli, organismi internazionali di tutti. Le sanzioni che affamano il popolo sono un puro atto di imperialismo contro un paese che vuol mantenere il controllo sul proprio petrolio. Per la UE sono anche un vomitevole segno di ipocrisia, visto gli sporchi affari che tanti paesi europei compreso il nostro fanno con l'Arabia Saudita, dove non ci sono elezioni da contestare perché semplicemente non si vota.

4) La grande stampa internazionale e la sua colonia italiana sono una macchina di fakenews. Prodotte tutte a tavolino secondo le veline del dipartimento di stato USA. Quello che che tv e giornali mostrano e scrivono sul Venezuela non è frutto di presenza e lavoro sul posto, ma il montaggio a tavolino delle menzogne dell'opposizione reazionaria e di Trump che la organizza. Stando in Venezuela ho potuto vedere da vicino come possa essere cancellata o stravolta la realtà. E ho maturato ancora più timore per la democrazia, minacciata dalla dittatura del pensiero unico dei mass media.

4) La questione di fondo è quella della sovranità democratica dei popoli sul proprio destino. La parola sovranità in Venezuela, in America Latina, in gran parte del mondo è una delle parole fondamentali della sinistra popolare che lotta contro il potere dell'imperialismo multinazionale. Solo in Europa è stata presentata come una parola d'ordine di destra, ma è un trucco ideologico del potere.

Torno dal Venezuela ancora più convinto del sostegno alla rivoluzione bolivariana e della necessità di impegnarci a fondo per sostenerla.

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