Gli "attentati" a Bin Salman e Zelensky: alimentare il caos

08 Maggio 2024 10:00 Piccole Note


PICCOLE NOTE

Un media turco, Yeni Safak avrebbe dato la notizia di un fallito attentato contro il principe ereditario dell’Arabia saudita Mohamed bin Salman. Notizia rilanciata, anche se sottotraccia, da varie fonti, con tanto di filmato illustrativo. Sul giornale turco non abbiamo trovato la notizia (fatto apposita ricerca, ma forse ci è sfuggito) e dal Regno non si è saputo nulla.

Se vero, avrebbe un precedente. Nell’aprile del 2018 la residenza di Bin Salman fu attaccata da un commando che riuscì a ferirlo in modo severo. L’attentato fu risaputo solo tempo dopo, né fu mai confermato o smentito, e il principe si fece rivedere in pubblico solo a giugno, accanto a Vladimir Putin alla partita inaugurale del mondiale di calcio che si teneva in Russia. Da allora i rapporti tra i due si sono fatti cordiali, probabilmente perché il principe aveva capito chi aveva armato la mano dei suoi aggressori e chiesto aiuto allo zar (vedi Piccolenote).

Ma, ad oggi la notizia di un attentato alla sua persona è solo voce nell’aer persa, nulla più. Detto questo, vera o meno che sia, deve aver destato allarme, come denota la telefonata del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov al suo omologo saudita, Faisal bin Farhan, sebbene nel report ufficiale non si riporta nulla di tutto questo, limitandosi a informare sullo sviluppo dei legami bilaterali (Arab News).

L’inaugurazione della presidenza Putin e il complotto contro Zelensky

Nello stesso giorno, la notizia di uno sventato complotto alla vita di Zelensky che sarebbe stato orchestrato dai russi. Notizia rilanciata con più evidenza, perché in linea con la propaganda maccartista. Solo che gli arresti sono avvenuti “sabato” scorso, come da report di Strana, e la notizia è stata data solo oggi, cioè nel giorno in cui i media davano notizia dell’inaugurazione ufficiale della terza presidenza di Vladimir Putin.

Dal momento che i media non dovrebbero essere solo cinghie di collegamento tra le centrali di propaganda e l’opinione pubblica, ma organi che informano e sollevano domande sulle notizie ufficiali, ci permettiamo di domandarci che interesse avrebbe la Russia a fare del burattino di Washington e Londra un martire, proprio adesso che la sua immagine è offuscata dai tragici rovesci del fronte e dalle misure draconiane adottate nel Paese (ampliamento della leva), e perché la notizia è stata data nel giorno trionfale di Putin.

Ci limitiamo a registrare che la notizia ha offuscato la cerimonia di inaugurazione di Putin, un po’ come la notizia della morte dell’oppositore Navalny, che stava per essere liberato, ha offuscato la sua vittoria alle recenti elezioni (queste le conclusioni dell’intelligence Usa, che ha smentito un mandato omicidiario da parte di Putin, come riferiva il Wall Street Journal).

Quanto alle prove che dietro i complottardi si celerebbero ufficiali della FSB, l’intelligence russa, le accogliamo col beneficio dell’inventario, ben sapendo come funzionano certi meccanismi e certe confessioni (rimandiamo, a mo’ di esempio, l’articolo di Haaretz: “Il Comitato Legale Pubblico israeliano afferma che i metodi di interrogatorio israeliani portano a false confessioni”).

Alimentare il caos

Certo, ci sono tanti ambiti che sarebbero lieti che il comico prestato alla politica sia tolto di mezzo, ma per trovarli bisogna cercarli molto più vicino o molto più lontano.

Peraltro, la notizia ha riverniciato un po’ l’immagine di Zelensky, rafforzandolo in un momento cruciale. A breve scade il suo mandato, che sarà rinnovato automaticamente perché sono state annullate le elezioni a causa della guerra e della legge marziale. Ma tanti, in Ucraina, nel segreto, ritengono che tale annullamento sia illegittimo, come anche il presidente che se ne avvarrà alla scadenza del mandato.

Da ultimo, registriamo che pochi giorni fa, Zelensky è stato inserito nella lista delle persone ricercate dall’autorità giudiziaria di Mosca. Un’iniziativa pubblica, che stride nettamente con un complotto segreto di tutt’altro segno.



Al di là della boutade russa, sembra alquanto evidente che vi sia una qualche connessione tra le notizie dei due attentati, veri o falsi che siano, data la loro contemporaneità, conferita loro grazie alla pubblicizzazione ritardata del complotto contro Zelensky e all’immediata risonanza dell’asserito attentato contro il principe saudita.

Come se si volesse seminare inquietudine in un mondo già fin troppo inquieto. Alimenta il caos, la destabilizzazione, rendendo più ardue le già ardue convergenze, tanto necessarie alla sospirata distensione internazionale.

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