In arrivo grosse novità per quanto riguarda le battaglie aeree con i caccia che saranno capaci di controllare da remoto sciami di droni per condurre attacchi.
Si chiama “weapons forward”, l'idea che un jet da combattimento possa controllare un drone armato che avanza in viaggio verso un territorio nemico ad alta minaccia. Molti si riferiscono ad esso come al fenomeno del “loyal wingman” in cui un pilota da combattimento gestisce droni vicini dalla cabina di pilotaggio, aumentando la portata del pilota, riducendo la latenza e ottimizzando l'intera sfera delle possibilità di attacco, scrive Fox News.
Mentre i droni hanno trasportato armi per molti anni, vengono spesso utilizzati a grandi distanze dai centri di controllo a terra e hanno i dettagli delle loro missioni determinati attraverso una rete di comando di alto livello. Basandosi su una squadra a bordo senza equipaggio, tuttavia, questa equazione cambia abilitando una competenza tattica notevolmente migliorata al limite della guerra, il generale dell'aeronautica, il Comandante James Holmes.
Holmes ha spiegato chiaramente il chiaro vantaggio in termini di capacità di attaccare con un Super Hornet, F-35. F-22 o F/A-18 che viene esponenzialmente migliorato grazie alla squadra in volo senza equipaggio. I droni possono condurre missioni ISR ??(Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), trasportare rifornimenti in un pesante controfuoco, funzionare come rifornimento di carburante o persino sparare con le stesse armi quando comandati da un essere umano.
D’altronde questa è l’idea base che guida anche le ricerche e i progetti in corso per la realizzazione dei prossimi caccia di sesta generazione.
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