La "storica" proposta di Pechino per il processo di pace dell'Afghanistan


Nel corso della visita in Pakistan il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha ribadito la "storica" proposta della Cina popolare per la stabilizzazione e lo sviluppo dell'Afghanistan: il coinvolgimento dei Talebani nel processo di riconciliazione nazionale in corso a Kabul. Con Pechino nel ruolo di garante e intermediario nel rispetto di un processo che deve essere “a guida afghana e totalmente afghano”. Una posizione realista visto che gli "studenti" del Corano - tradizionalmente legati proprio al Pakistan - controllano ancora intere zone solo nominalmente sotto la sovranità di Kabul.
L’iniziativa cinese prende forma nell’ambito del primo appuntamento del ”dialogo strategico trilaterale" tra Afghanistan, Cina e Pakistan (Kabul, 9 febbraio 2015) con la seconda impegnata anche sul fronte economico: costruzione della diga sul fiume Kunar (al confine tra Afghanistan e Pakistan) e di nuovi collegamenti stradali e ferroviari sempre tra i due Paesi.
Va, inoltre, ricordato che per Pechino la stabilizzazione dell'Afghanistan è fondamentale per la sicurezza delle proprie frontiere occidentali (lo Xianjang), dove è forte il rischio di derive terroristiche del fondamentalismo islamico separatista, e per la proiezione strategica lungo la nuova Via della Seta.
Come qui avevamo già avuto modo di ricordare, gli obiettivi strategici di Pechino possono essere così riassunti:
1) accesso a materie prime e risorse (per via pacifica, senza bombardamenti e occupazioni)
2) creazione di interessi comuni attraverso la costruzione di infrastrutture come ferrovie, strade e reti di telecomunicazione
3) evitare che l'Afghanistan diventi una "palestra" per il terrorismo targato Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM)
Nel processo di stabilizzazione dell’Afghanistan potrebbe presto avere un ruolo decisivo anche la Shanghai Cooperation Organisation alla luce di un prossimo ingresso in essa proprio del Pakistan. Durante la sua visita a Pechino (ottobre 2014), all’indomani della sua nomina, il presidente afghano Ashraf Ghani Ahmadzai avrebbe chiesto alla Cina di favorire l’assistenza della Shanghai Cooperation Organization (Sco) per stabilizzare la situazione nelle zone meridionali e orientali del suo martoriato Paese.
Diego Angelo Bertozzi

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