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Gli Stati Uniti hanno recentemente affermato che la Cina ha messo in campo nuovi missili balistici lanciati da sottomarini (SLBM) a più lunga gittata per minacciare gli Stati Uniti, ma gli esperti militari cinesi - secondo quanto riporta il quotidiano Global Times - ribattono che lo sviluppo di SLBM della Cina mira alla difesa dal ricatto nucleare e che le speculazioni dell'esercito statunitense hanno “secondi fini”. Ossia, il Pentagono con queste motivazioni cerca di ottenere l’assegnazione di maggiori fondi per migliorare le proprie capacità.
La Cina ha equipaggiato sei dei suoi sottomarini di classe Jin (Tipo 094) con missili balistici intercontinentali JL-3, costruiti per minacciare gli Stati Uniti, ha dichiarato l'ammiraglio Sam Paparo, capo della Flotta del Pacifico degli Stati Uniti, ai giornalisti militari durante una conferenza tenutasi venerdì a Washington, come ha riportato il giorno seguente Bloomberg.
L’agenzia statunitense evidenzia come per la prima volta gli Stati Uniti riconoscano che la Cina ha messo in campo le armi sui suoi sottomarini a propulsione nucleare, consentendole di colpire gli Stati Uniti continentali da molto più vicino alle sue coste.
Il precedente modello di SLBM cinese, il JL-2, aveva un raggio d'azione di circa 7.200 chilometri, mentre il nuovo JL-3 potrebbe avere un raggio d'azione di oltre 10.000 chilometri, prosegue l’articolo di Bloomberg.
A questo punto, il Global Times precisa che Pechino non ha annunciato di aver messo in servizio il JL-3.
Dunque enfatizzando così il normale sviluppo della difesa nazionale cinese, le forze armate statunitensi hanno l’obiettivo di di ottenere una maggiore presenza nella regione Asia-Pacifico in mezzo al conflitto tra Russia e Ucraina e più fondi per contenere la Cina, affermano alcuni analisti cinesi.
Le forze armate statunitensi vogliono dispiegare più forze anti-sommergibile nel Pacifico occidentale e sviluppare sottomarini a propulsione nucleare più avanzati, tra cui la classe Columbia che dovrebbe sostituire la classe Ohio, ha dichiarato al Global Times Wei Dongxu, un esperto militare di Pechino.
Wei ha aggiunto che sostenendo la teoria della "minaccia cinese", le forze armate statunitensi otterranno più fondi.
La Cina mantiene le sue capacità nucleari al livello minimo richiesto per la difesa nazionale, senza contare che le sue forze nucleari sottomarine sono costruite solo per contrattaccare, ha detto Wei. Non minacceranno o attaccheranno nessuno in modo proattivo, ma serviranno a scoraggiare il ricatto nucleare da parte di altri Paesi.
Un lancio di prova di un JL-3 sarebbe stato effettuato nel giugno 2019 e Ren Guoqiang, portavoce del Ministero della Difesa nazionale cinese, ha dichiarato che i test programmati erano normali e non erano rivolti a nessun Paese o obiettivo particolare.
"La Cina aderisce sempre a una politica di difesa nazionale di natura difensiva e a una strategia militare di difesa attiva. Lo sviluppo di armi ed equipaggiamenti mira a soddisfare le esigenze di base della salvaguardia della sicurezza nazionale cinese”.
Nel gennaio 2022, Fu Cong, direttore generale del Dipartimento per il controllo degli armamenti presso il Ministero degli Affari Esteri cinese, ha dichiarato in un briefing con la stampa che la Cina non ha in programma di espandere drasticamente il proprio arsenale nucleare, ma continuerà a modernizzarlo in un contesto di sicurezza in continua evoluzione.
Timothy Heath, esperto di sicurezza presso il think tank statunitense Rand Corporation, definisce "armi intimidatorie" il missile JL-3 dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLA) che, insieme al DF-41, fornisce alla Cina la capacità di colpire obiettivi negli Stati Uniti continentali. La sopravvivenza dei missili cinesi, secondo Heath, sarà dovuta al fatto che possono essere lanciati da una distanza considerevole, oltre che alla presenza di diverse testate.
Lo statunitense ritiene che lo sviluppo dei nuovi missili cinesi terrà gli Stati Uniti lontani da qualsiasi azione nelle immediate vicinanze dei confini cinesi.
Le capacità convenzionali e nucleari del PLA, insieme, aumentano il rischio e il costo di qualsiasi guerra degli Stati Uniti con la Cina.
L’esperto conclude che una delle principali priorità della Cina è convincere gli Stati Uniti che il gioco non vale la candela. Non venire in aiuto di Taiwan, perché l'intercessione può essere troppo costosa per gli Stati Uniti e per il popolo statunitense.
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