L'economista Roberto Perotti: "Abbiamo bisogno di un sistema alternativo ai Target 2"


Importante articolo di Roberto Perotti (si tratta di un economista della Bocconi) su Handelsblatt di oggi dove si sostiene la necessità di modificare il meccanismo Target2 per limitare gli squilibri nei suoi saldi tra paesi creditori e debitori dell'area euro. Il Perotti sostiene che i saldi Target2 dovrebbero essere saldate ad intervalli regolari tra banche centrali creditrici e debitrici con attivi patrimoniali (dunque assets o riserve in valuta o nientemeno che con le riserve auree). Ora, io non voglio entrare nelle motivazioni teoriche che spingono il Perotti a fare queste considerazioni che comunque vedo del tutto inconsistenti e fino a quando le fa un tedesco (per esempio Sinn che propone la cosa almeno da due anni) dico che è un delinquente, se le fa un italiano dico che è un cretino. Almeno in apparenza.

Chiaro ed evidente che un simile sistema di pagamenti renderebbe del tutto insostenibile la moneta unica per come la conosciamo oggi e ne accelererebbe la sua disgregazione (cosa che sostengo da sempre). Non so quale sia il retropensiero di Perotti (e dei suoi dante causa), ma stiamo arrivando al dunque su tante cose. Non solo la composizione della nuova Europa, ma anche il destino eventuale dell'unità nazionale.

Giuseppe Masala



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di Roberto Perotti - Handelsblatt

7 agosto 2020


I crediti di Bundesbank dal sistema di pagamento Target 2 hanno raggiunto in luglio i 1’019 miliardi di euro. Da circa un decennio se ne dibatte. A differenza della maggior parte dei miei colleghi europei, io penso che le preoccupazioni tedesche non debbano essere liquidate con spensieratezza.

Un esempio: ogni volta che un italiano acquista qualcosa da un tedesco per dieci euro, dieci euro vengono trasferiti dal conto dell'acquirente su una banca italiana al conto del venditore su una banca tedesca. Parallelamente a ciò, dieci euro di depositi della banca italiana presso la Banca d'Italia (altrimenti dette le riserve della Banca d'Italia), tramite la Banca centrale europea (Bce), saranno convertiti in dieci euro di depositi dalla banca tedesca presso la Bundesbank. In compensazione di questo obbligo aggiuntivo verso la banca commerciale tedesca, Bundesbank riceve un credito Target, irredimibile e non negoziabile, di dieci euro verso Bce. In cambio, Banca d'Italia riceve un debito-Target di 10 euro nei confronti di Bce.

La questione centrale è, cosa succede in caso di scioglimento dell'unione monetaria: nel caso estremo, se tutti i debitori Target non onorano i propri debiti Target, Bundesbank comincerebbe con un patrimonio netto negativo di circa un miliardo di euro.

Per la maggior parte degli economisti europei, questo non è un problema, in quanto il valore del denaro e l'inflazione non dipenderebbero dal capitale della banca centrale. Tuttavia, se una banca centrale non dispone di patrimonio [Vermögen] sufficiente per pagare gli interessi sulle riserve delle banche [depositate dalle banche presso la stessa banca centrale], ha tre [in realtà ne cita solo due, ndt] spiacevoli alternative. O essa paga interessi attingendo alle riserve, cioè consuma più riserve, cioè denaro, e, in tal modo, perde il controllo sull'inflazione. Oppure essa può ottiene una ricapitalizzazione o contributi annuali dal governo. Entrambe [le alternative] metterebbero in pericolo la sua indipendenza.

Saldo tramite attivi patrimoniali [Vermögenswerte]

Uno potrebbe immaginarsi un sistema alternativo, che i saldi Target siano pagati ad intervalli regolari con attivi patrimoniali [in regelmäßigen Abständen mit Vermögenswerten], i quali mantengano il proprio valore, pure in caso di dissoluzione della unione monetaria [auch im Falle einer Auflösung der Währungsunion]. In relazione a questa alternativa, una perdita dai crediti Target è una perdita di risorse reali per la Germania (notate, tuttavia, che contrariamente ad una opinione molto diffusa, un simile regolamento è diverso da quello tra i distretti del Federal Reserve System negli Stati Uniti).
Alcuni economisti europei argomentano pure, che i crediti Target di Bundesbank, i quali sorgono quando un italiano acquista non una merce [Ware] tedesca, bensì un attivo patrimoniale [Vermögenswert] (fuga di capitali [Kapitalflucht]), siano irrilevanti, in quanto la Germania, in tal modo, rimborsa un attivo patrimoniale privato attraverso un credito target di Bundesbank. Ciò [questa interpretazione] ignora l’incerto valore del credito target.

In una zona euro con una liquidazione in attivi patrimoniali sicuri in caso di dissoluzione [della moneta unica] [Abwicklung in auflösungssicheren Vermögenswerten], il rischio per la Germania sarebbe inferiore, indipendentemente dal fatto che i crediti Target risultino dall'acquisto di una merce [Ware] o di un attivo patrimoniale [Vermögenswert].

(traduzione di Musso)

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