L'India accusa il Pakistan di atti disumani in Kashmir

Riesplodono le tensioni nella Linea di Controllo lungo la regione contesa del Kashmir. Attraverso un portavoce dell'esercito di Nuova Delhi, Rajesh Kalia, l'India denuncia mercoledì l'uccisione ed il trattamento disumano contro due soldati. In una nota ufficiale, il ministero degli esteri indiano ha dichiarato che i militari indiani sono stati uccisi giovedì vicino Mendhar, 220 km a nord della città indiana di Jammu. I corpi sono stati costretti a “mutilazioni barbariche e disumane” contrarie a tutti gli standard di condotta internazionali.
Nuova Delhi ha subito convocato il maggior rappresentante diplomatico di Islamabad per far luce sull'incidente. Un portavoce militare di Islamabad ha subito respinto le accuse e denunciato come propaganda per distogliere l'attenzione da uno scontro a fuoco di due giorni prima lungo la linea di confine, dove un soldato pakistano è morto per un'incursione indiana. Il ministro della difesa indiano AK Antony ha dichiarato ai giornalisti che l'azione dell'esercito del Pakistan è altamente criticabile ed affermato come il suo governo stia monitorando da vicino la situazione prima di decidere la giusta iniziativa da prendere con il governo di Islamabad.  Il ministro degli esteri Salman Khurshid ha proposto una risposta proporzionale all'attacco ed ha dichiarato che l'incidente di giovedì è un tentativo di deragliare il dialogo tra i due paesi. Al canale televisivo NDTV, Khurshid ha dichiarato che l'attacco è stato “assolutamente inaccettabile ed è un chiaro tentativo di sabotare il dialogo. Prenderemo contromisure, ma solo dopo una seria analisi della situazione con il ministero della difesa.” 
Gli scambi armati nella zona limitrofa del Kashmir – dove vige una tregua dalla fine del 2003 - sono comuni, ma raramente producono morti. L'India aveva sospeso il processo di pace dopo gli attacchi di Mombai nel 2008, che secondo Nuova Delhi erano stati organizzati e finanziati ad Islamabad. Le trattative sono riprese solo nello scorso febbraio e a dicembre i due paesi hanno siglato un accordo volto a facilitare la riduzione delle restrizioni della libera circolazione per alcuni cittadini. Dalla rivolta armata iniziata nel 1989 contro l'autorità indiana, migliaia di persone sono state uccise nella zona del Kashmir amministrata.

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