L'Iran avverte il Consiglio di Sicurezza dell'ONU delle conseguenze destabilizzanti dell'attacco terroristico di Israele in Siria e chiede che venga intrapresa in proposito un'azione.
"Considerando le gravi conseguenze di questo atto riprovevole, che può portare a un'escalation delle tensioni nella regione e potenzialmente provocare ulteriori conflitti tra i Paesi, la Repubblica Islamica dell'Iran invita il Consiglio di Sicurezza a condannare fermamente questo atto criminale e questo attacco terroristico illegale", ha esortato ieri la vice rappresentante permanente dell'Iran presso le Nazioni Unite (ONU), Zahra Ershadi.
Ershadi ha fatto queste osservazioni durante una riunione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC), tenutasi su richiesta della Russia a seguito dell'attacco israeliano di lunedì alla sezione consolare dell'ambasciata iraniana a Damasco, la capitale siriana, che ha ucciso 13 persone, sette delle quali consiglieri militari iraniani.
La rappresentante iraniana ha avvertito che le azioni e i crimini destabilizzanti, irresponsabili e continui del regime israeliano contro le nazioni della regione costituiscono una vera minaccia per la pace e la sicurezza nella regione e oltre.
"L'agenda del regime sionista è chiara: l'escalation e la continuazione del conflitto, evitando le responsabilità", ha denunciato Ershadi.
Ha sottolineato che la Repubblica islamica si riserva il diritto legittimo e intrinseco, basato sul diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite, di rispondere con decisione a tali misure.
Israele "non ha linee rosse, uccide i civili e usa persino la fame come metodo di guerra" e il suo obiettivo principale è "l'uso illegale della forza per promuovere politiche di apartheid, pulizia etnica, azioni genocide e obiettivi militari a Gaza ad ogni costo", ha sottolineato Ershadi.
Infatti, ha aggiunto, nonostante le ripetute richieste dei membri del Consiglio di Sicurezza, Israele continua le sue azioni brutali e genocide contro la popolazione indifesa di Gaza, dove dal 7 ottobre sono stati uccisi più di 32.900 palestinesi.
In questa situazione critica, ha avvertito Ershadi, "l'inazione del Consiglio di Sicurezza ha solo incoraggiato questo regime a continuare le sue violazioni".
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