Maduro: "L'America Latina e i Caraibi devono presentarsi come un blocco unitario nel nuovo mondo multipolare"

27 Giugno 2023 11:57 Fabrizio Verde

L’America Latina si presenta come un polo autonomo nella nuova configurazione multipolare mondiale che va emergendo in luogo del vecchio ordine unipolare segnato dal dominio statunitense. A tal proposito il presidente della Repubblica Bolivariana Venezuela, Nicolás Maduro, ha esortato i Paesi membri della Comunità degli Stati dell'America Latina e dei Caraibi (Celac) a presentarsi come "un blocco unitario" per avanzare verso il "nuovo mondo" che attualmente si sta costruendo sulla base del multipolarismo.

"Un nuovo mondo sta per essere costruito, questo nuovo mondo sta già nascendo con grande forza, e l'America Latina e i Caraibi devono elevarsi al livello di questo mondo che sta nascendo e presentarsi come un blocco unitario, con la propria identità, con le proprie proposte", ha affermato Maduro durante l'inaugurazione della Riunione dei Ministri e delle Alte Autorità della Scienza, della Tecnologia e dell'Innovazione della Celac, che si sta tenendo presso la Casona Cultural Aquiles Nazoa, a Caracas, in Venezuela.

Il leader venezuelano ha sottolineato che oggi possiamo vedere che la creazione di un nuovo ordine internazionale sta emergendo "con maggiore forza" ogni giorno, dove i Paesi si impegnano a relazionarsi in termini di uguaglianza e rispetto.

"L'emergere di un mondo nuovo, di un mondo senza imperi, senza egemoni, di un mondo multipolare, multicentrico, pluripolare, dove tutti possiamo vederci in termini di uguaglianza, dove tutti possiamo ottenere il rispetto della nostra identità politica e culturale”.

Maduro ha aggiunto che una delle cose più importanti è la costruzione di un'identità latinoamericana e caraibica, che "si posiziona nello spirito dei popoli del continente".

"Consideriamo la regione come una grande opportunità per costruire un immenso blocco di potere politico, sociale, economico e culturale, di potere integrale, che ci metterà al ritmo e al livello di cui abbiamo bisogno per poter attraversare questo XXI secolo", ha affermato.

Nel frattempo, Maduro ha sottolineato che "la cosa più importante" è che la Celac si concentri sull'unificazione delle politiche pubbliche e delle azioni dei governi, per avere la capacità di incidere sulla vita quotidiana, sociale ed economica dei popoli della regione.

In questo senso, ha proposto la creazione di un centro unitario per la ricerca scientifica e tecnica, che concentri e coordini le esperienze delle politiche pubbliche regionali e risponda congiuntamente alle necessità più urgenti richieste dalla popolazione.

Maduro ha quindi spiegato che un centro di questo tipo potrebbe servire ad articolare e far progredire le politiche, le azioni e l'agenda comune per il benessere dei 33 Paesi della regione. "Un centro in cui possiamo articolare tutti i progressi con un'agenda di priorità" basata su scienza, tecnologia applicata e studi socio-economici.

Il presidente venezuelano ha inoltre invitato la Celac a costruire una "prospettiva unitaria" basata sulla "diversità dei Paesi e dei loro popoli", con "un'identità che esprima tutta questa diversità" e sia completata dalla trasversalità di "politiche comuni in questioni sensibili della vita quotidiana" della popolazione.

Maduro ha aggiunto che l'avanzata della regione verso quel futuro prossimo comprende anche la sconfitta di "imperi ed egemoni" nella "lotta per un nuovo mondo" che privilegi "popoli indipendenti, sovrani e liberi" attraverso la cooperazione tra pari.

"La lotta per un mondo nuovo, senza guerra, un mondo di pace, è sempre più intensa (...) quel mondo esiste già, sta nascendo, e l'America Latina e i Caraibi fanno già parte di quel nuovo mondo".

La Celac nel mondo multipolare

Grazie all’azione di presidenti come il brasiliano Lula e il venezuelano Maduro la Celac mira a diventare una spazio dove consolidare il nuovo mondo multipolare con Russia, Cina e Iran quali alleati chiave. Come evidenziato da Maduro l’emergere del nuovo mondo multipolare segna la riscossa dei popoli e la sconfitta degli imperi. In questo nuovo quadro mondiale l’America latina vuole inserirsi non più come una sorta di colonia statunitense, territorio di conquista e saccheggiato dal tracotante vicino, ma come una potenza energetica, petrolifera, del gas, mineraria. Una regione ricca di risorse naturali e biodiversità, in modo che ci siano tutte le condizioni per integrare lo sviluppo scientifico, tecnologico, industriale e militare di Cina e Russia. Un’integrazione su base complementare e non egemonica.

Così, al contrario della vecchia Europa che legandosi mani e piedi al carro bellicista di USA e NATO è sempre più vicina al collasso, l’America Latina puntando su complementarità, solidarietà e cooperazione in ambito multipolare può aspirare a convertirsi in una grande potenza mondiale.

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