Manlio Dinucci - I cavi sottomarini di Facebook per l'Africa: la moderna versione delle vecchie catene coloniali

di Manlio Dinucci*

da il manifesto 16 giugno 2020

Molte industrie e società di servizi stanno fallendo o ridimensionandosi a causa del lockdown e della conseguente crisi. C’è invece chi ha guadagnato da tutto questo. Facebook, Google (proprietario di YouTube), Microsoft, Apple e Amazon – scrive The New York Times – «stanno facendo aggressivamente nuove scommesse, poiché la pandemia del coronavirus li ha resi servizi quasi essenziali». Tutti questi «Tech Giants» (Giganti della tecnologia) sono statunitensi.


Facebook – definito non più social network ma «ecosistema», di cui fanno parte anche WhatsApp, Instagram e Messenger – ha superato i 3 miliardi di utenti mensili. Non c’è quindi da stupirsi se, in piena crisi da coronavirus, Facebook lancia il progetto di una delle maggiori reti di cavi sottomarini, la 2Africa: lunga 37.000 km (quasi la massima circonferenza della Terra), circonderà l’intero continente africano, collegandolo a nord all’Europa e ad est al Medioriente.

I paesi interconnessi saranno inizialmente 23. Partendo dalla Gran Bretagna, la rete collegherà il Portogallo prima di iniziare il suo cerchio attorno all’Africa attraverso Senegal, Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria, Gabon, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica, Mozambico, Madagascar, Tanzania, Kenya, Somalia, Gibuti, Sudan, Egitto. In quest’ultimo tratto, la rete sarà collegata a Oman e Arabia Saudita. Quindi, attraverso il Mediterraneo, arriverà in Italia e da qui in Francia e Spagna.

Questa rete a grande capacità – spiega Facebook – costituirà «il pilastro di una enorme espansione di Internet in Africa: le economie fioriscono quando c’è un Internet largamente accessibile per le imprese. La rete permetterà a centinaia di milioni di persone l’accesso alla banda larga fino al 5G». Questa, in sintesi, la motivazione ufficiale del progetto. A metterla in dubbio basta un dato: nell’Africa subsahariana non hanno accesso all’elettricità circa 600 milioni di persone, equivalenti a oltre la metà della popolazione.

A cosa servirà allora la rete a banda larga? A collegare più strettamente alle case madri delle multinazionali quelle élite africane che ne rappresentano gli interessi nei paesi più ricchi di materie prime, mentre cresce il confronto con la Cina che sta rafforzando la sua presenza economica in Africa.

La rete servirà anche ad altri scopi. Due anni fa, nel maggio 2018, Facebook ha stabilito una partnership con l’Atlantic Council (Consiglio Atlantico), influente «organizzazione nopartisan», con sede a Washington, che «promuove la leadership e l’impegno Usa nel mondo, insieme agli alleati». Scopo specifico della partnership è garantire «il corretto uso di Facebook nelle elezioni in tutto il mondo, monitorando la disinformazione e l’interferenza straniera, aiutando a educare i cittadini e la società civile».

Quale sia l’affidabilità dell’Atlantic Council, particolarmente attivo in Africa, lo si deduce dalla lista ufficiale dei donatori che lo finanziano: il Pentagono e la Nato, la Lockheed Martin e altre industrie belliche (compresa l’italiana Leonardo), la ExxonMobil e altre multinazionali, la Bank of America e altri gruppi finanziari, le Fondazioni di Rockefeller e Soros.

La rete, che collegherà 16 paesi africani a 5 alleati europei della Nato sotto comando Usa e a 2 alleati Usa in Medioriente, potrà svolgere un ruolo non solo economico, ma politico e strategico. Il «Laboratorio di ricerca digitale forense» dell’Atlantic Council, attraverso Facebook, potrà comunicare ogni giorno ai media e ai politici africani quali notizie sono «false» e quali «vere». Le informazioni personali e i sistemi di tracciamento di Facebook potranno essere usati per controllare e colpire i movimenti di opposizione. La banda larga, anche in 5G, potrà essere usata dalle forze speciali Usa e altre nelle loro operazioni in Africa.

Nell’annunciare il progetto, Facebook sottolinea che l’Africa è «il continente meno connesso» e che il problema sarà risolto dai suoi 37.000 km di cavi. Essi possono essere usati, però, quale moderna versione delle vecchie catene coloniali.


*Pubblichiamo su gentile concessione dell'Autore

Le più recenti da NOTIZIE BREVI

On Fire

Daniele Luttazzi - Le 7 domande che Fabio Fazio non ha rivolto a Ursula Von der Leyen

  di Daniele Luttazzi - Nonc'èdiche (Fatto Quotidiano, 14 maggio)     Durante la sua intervista a Ursula von der Leyen, Fabiofazio ha evitato alcune domande che...

Il "piano Draghi": ora sappiamo in cosa evolverà l'UE

di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico Io credo che le prossime elezioni europee andrebbero inquadrate nel modo più corretto possibile. Provo a dare la mia interpretazione. 1 Si dà troppo...

Pepe Escobar - Brics, preparatevi alla notizia bomba geoeconomica del 2024

  l'AntiDiplomatico è una testata online regolarmente registrata che subisce la censura su browser e social media per l'azione di una agenzia nordamericana di nome NewsGuard. Se vuoi rimanere...

Chef Rubio con il volto tumefatto denuncia l'aggressione di sei criminali nei pressi della sua abitazione

  Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, ha denunciato su X la vile aggressione di sei criminali nei pressi della sua dimora nella sera di mercoledì 15 maggio. Le immagini mostrano un Chef...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa