Ieri ricorreva l’anniversario della morte di papa Luciani, il Papa del sorriso, come fu definito. Pontificato breve, brevissimo, che però molti ancora ricordano con gratitudine.
La morte improvvisa di papa Luciani ha fatto nascere tanti dubbi, che l’inchiesta vaticana sulla beatificazione ha voluto chiarire. Non entriamo nel merito, ne abbiamo già scritto (vedi Piccolenote), ma val la pena, sul punto, rimandare a un articolo di Neil Clark pubblicato sul sito Russia Today.
Nello scritto di Clark sono riprese un po’ tutte le ipotesi fiorite negli anni, non solo sulla morte di Luciani, ma anche sui tanti che vedevano in lui un nemico irriducibile. E che, sia che abbiano avuto un ruolo attivo nel suo decesso sia che siano stati semplici spettatori, non si sono stracciati le vesti alla sua morte, anzi.
Tra i tanti avvenimenti che hanno alimentato il giallo di quell’improvvisa scomparsa, Clark cita la morte del metropolita della Chiesa ortodossa russa Nikodim di Pietroburgo, avvenuta il 5 settembre durante un incontro con papa Luciani. Praticamente morì tra le braccia del Pontefice.
Ma non è per questi riferimenti che rimandiamo allo scritto di Clark, dato che son cose note e che c’è stata un’inchiesta vaticana sul caso, connessa alla causa di beatificazione di papa Luciani.
Né condividiamo in toto il l’articolo di Clark. Se lo segnaliamo è per quanto scrive all’inizio del suo scritto.
“Non c’era nulla di inevitabile nell’ascesa di Reagan e della Thatcher, nell’ascesa di gruppi come Al-Qaeda e Isis, come nella caduta dell’Unione Sovietica. L’ordine mondiale neoliberista e neoconservatore e le violenze conseguenti sono state determinate da eventi e decisioni chiave avvenuti 40 anni fa. Il Vaticano era al centro di tali eventi”.
Va precisato che Clark non incolpa Giovanni Paolo II di aver complottato con i neoconservatori o altri, né ha parole di critica verso il papa polacco, anzi, ne ricorda le dure critiche al liberismo selvaggio. Semplicemente registra un dato.
Si potrebbe aggiungere, e lo riteniamo necessario, che a fare di quell’anno un momentum tanto cruciale per l’avvenire fu anche il sequestro e l’assassinio dell’onorevole Aldo Moro. E che quanto avvenuto in Vaticano ha, appunto, un rapporto indissolubile con quanto accaduto prima in via Fani.
Fosse anche soltanto (ma non solo) per l’intimo legame che legava lo statista democristiano a Paolo VI, il quale iniziò a morire in via Caetani, quando fu ritrovato il cadavere del suo amico.
In quel tagico ’78 iniziò il la follia del mondo moderno. Per questo, peraltro, è tanto importante il cosiddetto “caso Moro“. Per questo, ancora oggi sono tante le ombre che gravano su quel triste avvenimento. Per questo, se non si comprende quanto avvenuto allora, non si comprende nulla di quanto sta avvenendo oggi.
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