Sciopero Slai Cobas Pomigliano. A Stellantis non basta rastrellare operai a Melfi

Nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, ex Fiat, tutto procede male. Le condizioni di lavoro, i ritmi insostenibili permangono, così come le condizioni igienico-sanitarie precarie, ma la direzione nonostante mesi di sciopero al sabato proclamati dallo Slai Cobas e sostenuti dai lavoratori dello stabilimento continuano ad ignorare le rimostranze delle maestranze.

Tra l’altro, in questa negazione della realtà da parte dell’azienda, lo Slai cobas ha denunciato che “i lavoratori con ridotte capacità lavorative, causate dalla catena di montaggio, vengono confinati in aree di lavoro interessate da cassa integrazione che taglia ulteriormente i salari da fame oppure ricattati e costretti a lavorare su postazioni non idonee al proprio stato di salute che inevitabilmente peggiora.”

Eppure, le fabbriche sono presidii di democrazia. Se non c’è democrazia in fabbrica, non c’è nella società e in altri posti di lavoro.

Per recuperare la produzione dei modelli Fiat Panda e Alfa Romeo Tonale, anche oggi con l’ennesimo sabato produttivo che ha visto il consequenziale sciopero dichiarato dal sindacato di base, l’azienda ha dimostrato di essere in seria difficoltà.

Non è bastato, non solo spostare lavoratori da altri settori, ma neanche richiamare gli operai dello stabilimento di Melfi.

Come ha spiegato lo Slai Cobas l'AntiDiplmatico “convocare i turni a e b della panda e i turni a e b della tonale, tutti al primo turno rimpolpando, inoltre, gli organici anche con i trasfertisti di Melfi evidenzia la straordinaria riuscita dello sciopero di oggi.”

Tra l’altro aggiungono che è “evidente che, con gli scioperi in atto, Stellantis sarà impossibilitata a recuperare la produzione persa per gli innumerevoli problemi impiantistici e di approvvigionamento dei particolari da assemblare nonché per gli scioperi dei lavoratori che in queste settimane si stanno diffondendo nell' insieme delle fabbriche del gruppo.”

Non solo Pomigliano, quindi, la mobilitazione riguarda anche altri impianti del gruppo ex Fiat.

Resta incredibile il silenzio dei media, di alcuni sindacati non ci si riferisce a quelli confederali, ma soprattutto, di alcuni residui di sinistra, sedicente radicale, che ignorano questa mobilitazione.

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