di Michelangelo Severgnini
Alla fine l'onda di Pastef (“Patrioti africani del Senegal per il lavoro, l'etica e la fraternità”, partito sovranista senegalese) ha travolto le recenti elezioni presidenziali in Senegal, andando ben oltre il 50% e impedendo così ogni altra mossa del partito dell'ormai ex presidente Macky Sall da qui allo scongiurato ballottaggio.
Del resto l'onda non era più contenibile. Il Potere si è semplicemente scansato perché qualcun altro si facesse Potere. Bassirou Diomaye Faye, recentemente scarcerato insieme al leader fondatore Ousmane Sonko, è ora Presidente.
Ora il Senegal raggiunge con le urne ciò che in altri Paesi africani è stato raggiunto con colpi di stato: la totale indipendenza dalla Francia (in Senegal il processo dovrà compiersi e vedremo con che modi e tempi).
È un grande esempio ed una grande responsabilità.
Il viaggio in Senegal dello scorso novembre per girare "Io no, capitano!" mi diede la possibilità di testimoniare questa onda in movimento.
Ed è stato chiaro sin dall'inizio, dalle stesse parole dei Senegalesi intervistati, che l'opposizione al film di Garrone e alle narrazioni fiabesche dell'immigrazione irregolare si sovrapponesse all'opposizione al presidente Macky Sall e alle ingerenze non più tollerabili della Francia.
Quel capitano che i Senegalesi hanno respinto nel documentario aveva accento francese, accento italiano, e soprattutto puzzava di colonialismo.
Guarda:
“Togg fii - un motivo per restare. L'Africa che non si arrende”, il documentario del tour in Sardegna e dei dibattiti sull’Africa, organizzato dall'associazione Sandalia:
Guarda il documentario ”Una storia antidiplomatica”:
Una storia antidiplomatica from L'Anti Diplomatico on Vimeo.
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