Il trattamento riservato alla Grecia espone la profonda ipocrisia dell'integrazione europea. Jacques Sapir


L'Unione europea rivendica per sé i valori più alti, scrive Jacques Sapir sul suo blog RussEurope. I suoi leader, e quelli dei paesi membri, sostengono di rappresentare la democrazia, la libertà e la pace. Tuttavia, in realtà offre un quadro molto diverso. Non solo l'Ue viola i suoi stessi valori più volte, ma costruisce un' ideologia che è di fatto l'opposto dei valori che sostiene di incarnare.
L'Unione europea sostiene di stabilire regole e solidarietà tra i paesi membri e al di là dei confini; i fatti smentiscono tragicamente, e questo sempre di più, l'idea stessa di solidarietà all'interno di essa.
Queste contraddizioni alimentando la crisi politica ed economica delll'UE, minano le fondamenta e non fanno ben sperare per il futuro.

Il trattamento riservato alla Grecia è un buon esempio della realtà della pratica all'interno dell'Unione europea; aggiungendo che purtroppo non è l'unico. Ma serve a rivelare ed esporre la profonda ipocrisia dell' integrazione europea.
I fatti sono: la Grecia ha vissuto una crisi del debito sovrano all'inizio del 2010, le conseguenze sono state probabilmente costose per le banche nei principali paesi europei che avevano concesso prestiti, consapevolmente e in ragione di un tasso d'interesse altamente remunerativo, a questo paese. I vari piani di "aiuto" della Grecia avevano lo scopo di evitare un default per consentire alle banche private, soprattutto francesi e tedeschi, di disimpegnarsi e rivendere i titoli greci che avevano acquistato. Questi piani "di aiuto" hanno aumentato notevolmente il debito e sono stati accompagnati da piani di austerità attuati dalla cosiddetta "Troika", cioè la Banca centrale europea, la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale. Queste misure di austerità hanno a loro volta provocato una crisi economica e sociale di proporzioni maggiori in Grecia, con un tasso di disoccupazione di oltre il 25%, la povertà dilagante, e la distruzione del sistema di protezione sociale. Questa austerità è stata imposta alla Grecia da un team di esperti inviati dalla "troika" che si è stabilito nei ministeri e ha poi dettato le sue condizioni.
Esaperati dalla continua umiliazione che rappresentava la presenza degli esperti della "Troika", gli elettori greci, il 25 gennaio 2015, hanno inviato un messaggio molto chiaro: la popolazione rifiuta austerità per conto di banchieri di Francoforte o Parigi. Nel portare al potere un partito di sinistra il cui programma prometteva di porre fine all'austerità varando riforme che altri governi, sia i socialisti (PASOK) e il centro-destra (Nuova Democrazia) avevano sempre rifiutato di fare come una riforma fiscale e dell'amministrazione. I dirigenti di SYRIZA hanno deciso di provare ad attuare il programma alleandosi con il partito di destra "Greci Indipendenti". An.El, spiega Sapir, è certamente un partito di destra, ma non un partito di estrema destra. Syriza avrebbe potuto allearsi con un partito di centro, esplicitamente pro-europeo (Per Potami o La Rivière) o con i resti del Partito socialista, Pasok. Ma Syriza ha fatto una scelta che è sembrata strana a coloro che non capiscono la questione della sovranità.

Lungi dal gioire per l'avvento al potere di un partito e di una coalizione che ha deciso di affrontare a testa alta i problemi strutturali della Grecia che si chiamano corruzione, clientelismo e nepotismo, l'Unione europea non ha mai smesso di voler esautorare questo governo, per imporgli un programma diverso da quello con cui è stato eletto. In tal modo si dimostra la totale mancanza di rispetto per la democrazia della quale i suoi leader si riempiono la bocca. Qualunque sia l'esito della crisi attuale, che sia un cattivo accordo, un default, un'uscita della Grecia dall'euro, l'atteggiamento odioso dell'Unione europea sarà ricordata da tutti gli europei, ma anche dagli altri. L'Unione europea si è comportatao come l'Unione Sovietica nell'imporre una teoria della sovranità limitata come è avvenuto a Praga nell'agosto 1968. In tal modo, dimostra quanto poco rispetta la democrazia. Se una comunità politica non è più padrona del suo destino, non può esserci democrazia. A sostegno di questa affermazione, Sapir ricorda questa dichiarazione di Jean-Claude Juncker, il successore di Barroso a capo della Commissione europea: "Non ci può essere scelta democratica contro i trattati europei". E' la tranquilla e soddisfatta affermazione della superiorità di istituzioni non elette sul voto degli elettori, della superiorità del principio tecnocratico sul principio democratico.
Questo "indicatore greco", prosegue Sapir, invita a rileggere le altre azioni dell'Unione europea.
Sia sui negoziati commerciali internazionali, che conduce in totale opacità come è il caso del TTIP, sia sulla questione degli OGM, dove impone ai consumatori europei prodotti che non vogliono per il beneficio di un gigante del settore in Nord America, MONSANTO.
O sulla questione della solidarietà tra i paesi membri. L'Italia è stata lasciata sola a gestire la catastrofe umanitaria dall'intervento franco-britannico in Libia, che ha portato alla morte di Gheddafi. Allo stesso modo, la Grecia è stata lasciato sola ad affrontare i flussi migratori dalla Turchia e dal Medio Oriente. Da parte sua, la Francia è stata lasciata praticamente da sola nella lotta contro l'Islam radicale nel Sud Sahel (Mali, Niger). I fondi strutturali, che hanno avuto un effetto significativo per la modernizzazione di paesi come il Portogallo e la Grecia, ora sono ridotti al minimo. Il bilancio dell'Unione europea dovrebbe essere ulteriormente ridotto, sotto la pressione combinata di Gran Bretagna e Germania
In tutti questi settori si vede un profondo declino delle pratiche degli anni 1970 e 1980, quando non si parlava di Unione europea, ma, più semplicemente, di "mercato comune" o CEE. Inoltre più l'Unione europea si allontana dai principi di solidarietà e di democrazia, più ne parla. Più opprime la popolazione dei paesi membri, più si presenta come liberatirce per gli altri. Abbiamo avuto un tragico esempio con la crisi ucraina, ricorda Sapir, dove il comportamento irresponsabile dell'UE ha contribuito a scatenare la crisi.

Ecco che si manifesta allora, prosegue Sapir, la logica di oppressione dell'Ue che nega il principio di sovranità.

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