Open democracy. Convegno internazionale sulla democrazia diretta e partecipata nell'era digitale.


Montecitorio, 18 aprile

Il M5S, all'indomani del lancio della piattaforma Rousseau per la democrazia digitale, ultimo lavoro di Casaleggio, ospita le organizzazioni civili e politiche che in Europa, e non solo, condividono esperienze e obiettivi di dare voce ai cittadini
nel processo politico (da Podemos al Partito Pirata).

La crisi della democrazia rappresentativa e della legittimità delle istituzioni governative, gli scandali di corruzione che palesano connivenze tra partiti politici e lobby, la crescente "disaffezione" dei cittadini rispetto alla vecchia politica istituzionale, accelerano l'attuazione di programmi condivisi di una rivoluzione culturale democratica, attraverso l'utilizzo dei nuovi strumenti tecnologici.

La democrazia in rete pone problematiche di analfabetismo digitale e di tutela della privacy, che occorre risolvere.
In vari Paesi europei si stanno sviluppando sistemi collettivi partecipativi, che prevedono un approccio di democrazia digitale diretta dal basso propositivo e decisionale.

Di questa tipologia di approccio fa parte la modalità referendaria, da ripensare in termini di effettiva partecipazione a tutto il processo legislativo, grazie allo strumento tecnologico.
Attualmente il Parlamento Europeo ha recepito la proposta di una ricerca in merito al tema, STOA, cui partecipa come sola italiana l'eurodeputata del M5S Isabella Adinolfi.
L'importanza del convegno risiede nella costituzione di una rete europea e internazionale per conciliare lo strumento tecnologico con l'obiettivo della trasparenza. A parlare alla Conferenza anche la prossima presidente del consiglio islandese, movimenti irlandesi, svedesi, organizzazioni che si occupano prevalentemente di democrazia digitale e di trasparenza dei processi legislativi. L'ultimo intervento, di Daniel Freud, ha denunciato la corruzione del Parlamento europeo in modo forte.

Agata Iacono

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