300 CEO sostengono la Brexit: "Gli affari, non il governo, creano ricchezza"


In una lettera pubblicata sul Telegraph, 306 dirigenti d'azienda hanno chiesto ai britannici di votare per lasciare l'Unione Europea, dicendo che "la competitività del paese è minata dall'appartenenza all'Ue". Come riporta il quotidiano, nella lettera si sostiene che "la burocrazia di Bruxelles soffoca la crescita" e una Brexit "permetterebbe di creare più posti di lavoro" dal momento che "sono gli affari - non il governo - che genera ricchezza". Tra i firmatari spiccano Peter Goldstein, fondatore di Superdrug, Steve Dowdle, ex vice presidente europeo di Sony, David Sismey, dirigente di Goldman Sachs, e Patrick Sheehy, ex presidente di British American Tobacco.
Forse questo spiega perché Cameron, Osborne, Obama, e quasi ogni altro politico dell'establishment e lacchè ha abbracciato il 'Progetto paura' quando si tratta di Brexit , proclamando l'imminenza della terza guerra mondiale e tutte le parti peggiori della Bibbia se il popolo decidesse di votare contro l'appartenenza all'Ue.

Nel tentativo di ristabilire l'equilibrio dopo che la Banca d'Inghilterra e il Fondo monetario internazionale, la scorsa settimana, hanno avvertito che una Brexit danneggerebbe l'economia della Gran Bretagna, la lettera del Telegraph è firmata da 306 dirigenti d'azienda a titolo personale (e anche da centinaia di persone legate a piccole e medie imprese). In totale i sostenitori della lettera sono imprese che occupano centinaia di migliaia di persone

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