Emiliano Brancaccio: "Il referendum e' solo uno dei pretesti per speculare al ribasso. L'unica soluzione sono le nazionalizzazioni bancarie"



Sul suo blog su l'Espresso, il professore Emiliano Brancaccio risponde all'articolo del Financial Times che ieri prevedeva il fallimento di otto banche italiane in caso di vittoria del NO al referendum del 4 dicembre.

I problemi bancari italiani, secondo l'economista, sono legati alla struttura dell'Unione monetaria, alla politica deflazionista con cui le autorità europee e i governi nazionali stanno gestendo la crisi: "in questo scenario nuovi tracolli bancari e quindi ulteriori crisi dell'eurozona saranno eventi inesorabili".



E sul referendum tirato in ballo dal Financial Times questa la conclusione di Brancaccio è chiara:

"In un simile inviluppo macroeconomico, il referendum è solo uno dei tanti pretesti possibili: in realtà ogni occasione è buona per alimentare nuove onde al ribasso del mercato, con buona pace di chi sostiene che sotto l'euro siamo protetti.
Se si volesse davvero iniziare ad affrontare la situazione bisognerebbe prepararsi a nazionalizzazioni bancarie e a controlli sui movimenti di capitale, con o senza il consenso delle istituzioni europee. Simili soluzioni trovano riscontri persino all'interno del Fondo Monetario Internazionale e sono state ampiamente praticate altrove, ma in Italia non sembrano attecchire. Di fronte a una crisi di portata storica, potremmo a breve essere additati come una delle ultime province occidentali tuttora disposte a bersi le vecchie, sballate ricette del liberismo finanziario.
La situazione delle banche in Italia è dunque grave ma non è seria. Legare la stabilità del sistema bancario agli esiti del referendum e al destino del governo Renzi è solo un patetico imbroglio".

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