La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che per avviare la Brexit serve un voto del Parlamento

In un colpo alle ambizioni di Theresa May di attuare un "Brexit pulita", questa mattina la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che il Primo Ministro non può avviare il processo di Brexit senza l'approvazione del Parlamento, una decisione che potrebbe potenzialmente complicare il suo cammino verso una chiara rottura con l'Unione europea. Otto giudici hanno votato contro il governo e tre hanno votato a favore, in una decisione che era ampiamente attesa e conferma la sentenza dello scorso 3 novembre dell’Alta Corte di Giustizia del Regno Unito, contro cui il governo di Theresa May aveva presentato ricorso.

Il governo ha risposto che la sentenza non inciderà sui piani della May di avviare la procedura per lasciare l'UE entro la fine di marzo e il Partito Laburista ha dichiarato che, dopo la sentenza, non avrebbe cercato di fermare la Brexit

Secondo il WSJ , mentre la maggioranza dei legislatori ha votato per rimanere in Europa, molti hanno detto che non cercheranno di bloccare l'attivazione dell'articolo 50, che da inizio ufficialmente all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. "Il popolo britannico ha votato per lasciare l'Unione europea, e il governo rispetterà questa volontà, attivando l'articolo 50, come previsto, entro la fine di marzo", ha detto un portavoce del governo del Regno Unito. "La sentenza di oggi non fa nulla per cambiare la situazione."

La più grande minaccia potenziale per la May proviene dalla Camera dei Lord, dove molti sono rimasti fortemente contrari alla Brexit e non hanno elettori di cui preoccuparsi. Se i Lord votassero contro l'attivazione dell'articolo 50, il tempo della Brexit potrebbe essere gravemente ritardato.

Tuttavia, il governo è fiducioso che il disegno di legge passerà attraverso la Camera Alta perché ci sarebbe una crisi costituzionale se membri non eletti dovessero contrastare la volontà del popolo espressa sia attraverso il referendum che dai loro rappresentanti alla Camera dei Comuni.

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