Se la presenza del candidato di Francia Insoumise al scondo turno delle elezioni presidenziali sembrava improbabile un paio di mesi fa, la sua ascesa nei sondaggi potrebbe cambiare la situazione. Circostanza che non è sfuggita ai suoi rivali.

"Mélenchon: il delirante progetto del Chavez francese" è il titolo di un articolo sulla versione cartacea de Le Figaro il 12 aprile che denuncia il "progetto devastante per la Francia" di, così ribattezzato dal quotidiano, "Maximilien Ilitch Mélenchon."

Se il leader della Francia Insoumise non è stato risparmiato nei giorni scorsi dai media, è stato anche il principale obiettivo degli attacchi da altri candidati alla presidenza, sia a destra che a sinistra.

François Fillon: "Non è con il programma comunista di Jean-Luc Mélenchon o il ritorno al franco di madame le Pen che l'economia francese ripartirà. Queste persone vogliono farci credere che "è la sardina che ha bloccato il porto di Marsiglia" [...] E 'facile promettere 175 miliardi in nuove spese come il signor Mélenchon. "

"Il rivoluzionario comunista, era un senatore socialista quando ero ancora al college! Cosa vuole farci credere? " , ha attaccato Emmanuel Macron a un comizio a Besançon, prima di attaccare una sinistra comunista [che] sostiene di vendere sogni, ma con il vostro denaro ".


Benoît Hamon, che con Mélenchon aveva raggiunto un "patto di non aggressione", ha seguito l'esempio degli altri candidati.

"Voglio dire al signor Mélenchon che non ci sarà una transizione ecologica credibile se non è fatta a livello europeo", ha sottolineato il candidato socialista l'11 aprile a Villeurbanne, in riferimento al discorso critico dell'ex-leader del Fronte di sinistra sull'Unione europea.

Anche François Hollande, che però non corre per un secondo mandato, ha messo in guardia contro il "pericolo Mélenchon".

"C'è un pericolo di fronte alle semplificazioni, di fronte alle falsificazioni, che fa sì che guardiamo allo spettacolo di un tribuno piuttosto che al contenuto del suo testo"